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Il parroco ribelle: non voglio scisma, ma nella Chiesa c’è confusione

PALERMO. «Io non voglio nessuno scisma. Segnalo solo che nella Chiesa c’è confusione». Parrocchia piena, messa domenicale. Don Alessandro Minutella parla durante l’omelia. Commenta le notizie del raduno nazionale che ha lanciato, in provincia di Verona, dei «veri cattolici», difensori della «sana dottrina», dell’appello a Papa Benedetto XVI e dell’opposizione alla linea di Francesco.

Una donna avvicina la testa all’orecchio dell’amica seduta accanto per scambiare un pensiero. Negli ultimi banchi della chiesa di San Giovanni Bosco c’è chi non sa, «non avevo sentito. È per questo motivo che il parroco ha parlato di scisma?», chiede un uomo di mezz’età che partecipa alla messa raramente nella chiesa di Romagnolo. Poco lontano un altro parrocchiano frequentatore più assiduo.

«Da qualche anno ho comprato casa qui vicino e ho cominciato a frequentare questa parrocchia – racconta -. Ho sentito la notizia. Don Alessandro avrà le sue ragioni. A volte però mi sembra un po’ chiuso, un po’ estremista».
Banco dopo banco, in un percorso che conduce alla sagrestia, cambiano gradualmente i pareri. Un’altra donna ha fiducia nelle parole del parroco. «Lui sa cose che noi non sappiamo. È vero che c’è nella Chiesa una grande apertura al luteranesimo, forse troppo grande. Dicono che si vuole abolire l’Eucaristia per il pane. Così possiamo fare tutti la stessa comunione. Lei lo sa?», chiede al cronista. L’omelia continua con un richiamo all’arcivescovo.

«Non è ancora venuto qui. In questa parrocchia c’è tanto da fare. Servirebbero due viceparroci, uno non basterebbe. Ma non ne arrivano», dice don Minutella, che vuole «fare chiarezza sulla dottrina». Così poco prima della fine della messa chiarisce come bisogna muoversi dopo la comunione, se inginocchiarsi o sedersi. «Lei dovrebbe venire più spesso qui – dice al cronista un’altra donna seduta a metà della chiesa -. Le messe di don Alessandro sono vere e proprie catechesi».

Nel momento di pregare per il Papa e per il vescovo, però, non accenna ai loro nomi: Francesco e Corrado. Finita la messa, la gente va via. Un catechista saluta i suoi ragazzi. Alle domande del cronista non vuole rispondere. Si limita a dire: «Chieda al parroco. Ce ne fossero come don Alessandro!».

Lui si ferma a salutare i fedeli davanti all’altare e poi in sagrestia. A una ragazza che gli mostra sul suo smartphone l’articolo pubblicato ieri dal Giornale di Sicilia annuisce. Dice di sapere e la rassicura. Così tiene a chiarire: «Chi sono io per minacciare uno scisma? Caso mai notiamo che nella Chiesa c’è un possibile scisma in atto – aggiunge don Minutella -. Assistiamo a tanta confusione su molti aspetti della dottrina. Penso sia il caso di fare chiarezza e di affermare quelli che sono i valori tradizionali. Noi vediamo che c’è una deriva verso il luteranesimo».

Parole simili vengono pronunciate anche da una delle collaboratrici più assidue della parrocchia, Maricetta, catechista da 43 anni. «Noi siamo cattolici e basta. Non siamo né tradizionalisti né progressisti. Sentiamo solo che nella Chiesa c’è un disorientamento e non pensiamo sia giusto restare in silenzio».

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