PALERMO. Regge la ricostruzione del pm Geri Ferrara che ha rappresentato la Procura nel processo a due imputati accusati dell'omicidio di Fabio Mazzè, il pregiudicato che è stato ucciso allo Zen a marzo 2015. Il gup ha condannato a 30 anni ciascuno Stefano Biondo e Fabio Chianchiano, i due presunti killer.
Sono accusati di omicidio, detenzione illegale di armi e di avere sparato contro l'abitazione di Michele Moceo, amico di Mazzè che doveva essere il secondo obiettivo del commando. Per favoreggiamento sono stati condannati Rosario Sgarlata (2 anni) e Claudio Viviano (1 anno e 4 mesi). Si sono costituiti parte civile la moglie e i due figli minorenni, con l'assistenza dell'avvocato Maurilio Panci, e gli altri due figli della vittima: Paolo Mazzè, difeso da Ezio De Benedictis, e Antonietta, assistita da Dimitri Di Giorgio.
Il delitto sarebbe stato determinato dalla violenta lite scoppiata tra Fabio Chianchiano e uno dei nove fratelli di Mazzè, in un bar dello Zen. Le telecamere del locale ripresero la scena. Qualche ora dopo Mazzè fu affiancato da un'auto blu con due persone a bordo che scesero e gli spararono.
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