PALERMO. Le serate con gli amici al bar «Chèri» di via Mormino, le passeggiate con la moto, tante risate e allegria. Una routine che Giovanni Martinez, 31 anni, e Grazia Fanizza, 25 anni, rispettavano quasi quotidianamente. Divertimento non eccessivo, battute e «giri» con gli amici di una vita.
Loro due, cresciuti nel quartiere Zen, avevano trovato una loro dimensione, una tranquillità che li rendeva felici. Una coppia, quella di Giovanni e Grazia, sposati da qualche anno, spezzata nella notte tra mercoledì e giovedì in un tragico incidente stradale, in via Rosario Nicoletti.
Erano in sella alla moto del ragazzo, una Honda Cbr 600 quando si sono schiantati contro una vettura. L' impatto è stato tremendo: tutti e due sono caduti rovinosamente sull' asfalto, e per loro non c' è stato niente da fare nonostante i soccorsi.
Velocità, imprudenza, distrazione, alcol, droghe. Tutte cause di incidenti mortali, ma dietro questo c' è di più. «C' è una società aggressiva, quando siamo al volante e ci suonano o si superano, è come se commettessero nei nostri confronti un reato di lesa maestà. Bisogna essere sinceri: quello che succede in strada quotidianamente, non solo nelle tragedie, è anche uno specchio dei tempi che viviamo». A dirlo Manuela Barbarossa, presidente dell' Aivis (associazione italiana vittime e infortuni sulla strada) e anche psicanalista. Un esperto che da anni segue il fenomeno degli incidenti stradali, e fornisce un quadro ben chiaro e delineato anche al di là delle analisi «comuni» che spesso vengono utilizzate.
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