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Gay Pride a Palermo, polemiche sulla scelta di un gadget

PALERMO. Conto alla rovescia per il Palermo Pride che si svolgerà giovedì 16 giugno. Ma sui social infuoca la tempesta di commenti per la scelta di un gadget rappresentativo della manifestazione che riporta una frase molto "colorita" sui rapporti sessuali.

Ma Daniela Tomasino rappresentante dell’Arcigay di Palermo spiega la scelta che a tutti è sembrato uno slogan: “Non è nato come uno slogan. In realtà è nato tutto per scherzo, tra i tanti gadget che ci ha proposto la Design Lab io ho scelto questo e ho deciso di fare una fotogallery con i volti di persone che si sono prestate allo scherzo, foto molto caste e normali. Ma è scoppiata la polemica in un attimo”.

Ma il vero messaggio è un altro: “La nostra è una voglia di liberazione dei corpi e del desiderio di sessualità. Questo va di pari passo con le nostre lotte contro il bullismo, la trans fobia e la completa parità di diritti”. La prima accusa che è stata rivolta, soprattutto attraverso i social, è stata quella di aver creato uno slogan ritenuto da molti volgare.

“Il gadget è stato scelto da me e un po’ di volgarità c’è. Ma secondo me il 10% è nella frase e il 90% negli occhi di chi legge e giudica foto caste”. Daniela Tomasino si sofferma a riflettere sul lavoro dell’ultimo anno con le tante campagne che sono state portate avanti allo scopo di ottenere diritti per le coppie omosessuali.

“In realtà non abbiamo ottenuto tutto quello che vogliamo. La nostra aspirazione è ottenere il matrimonio per tutti. Molti ci hanno chiesto di fare un passo indietro nella richiesta di poter diventare genitori dei figli dei nostri compagni. Altri ci hanno proposto di fare il Pride in giacca e cravatta. Noi non dobbiamo dimostrare di essere puliti o educati per ottenere i nostri diritti. Nel web si sono scatenate critiche di ogni tipo? In realtà ci sono persone che hanno detto di partecipare al Pride ma di non condividere la frase, ma in verità non hanno capito la vera libertà, quella di poterci esprimere in ogni senso. Noi possiamo essere ‘tasci’ e ‘volgari’ ma tutti hanno diritto di essere quello sono e non vergognarsi di esserlo”.

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