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Furti in casa con la complicità delle badanti: scoperta banda di romeni a Palermo, 12 arresti

PALERMO. La polizia di Stato ha sgominato una banda di romeni specializzata in furti a ville e appartamenti, messi a segno su scala nazionale. I 12 arrestati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione.

L'operazione è stata condotta dalla Squadra Mobile di Palermo che, oltre agli arresti, sta effettuando decine di perquisizioni domiciliari anche nei confronti di altri indagati e di alcuni ricettatori.

Gli obiettivi della banda erano costituiti, principalmente, da ville isolate ma, in molti casi, venivano presi di mira anche appartamenti indicati da donne romene impiegate come badanti o colf nelle stesse abitazioni. Il nucleo organizzativo era costituito da un gruppo di romeni residenti nei quartieri di Ballarò e Borgo Vecchio.

Il valore della refurtiva sottratta nel corso dei furti perpetrati negli ultimi mesi ammonta a svariate centinaia di migliaia di euro. La banda non avrebbe avuto scrupoli nel mettere a segno furti nei confronti di disabili, in alcuni casi costretti a letto, sempre con la complicità di badanti connazionali.

Il ruolo di vertice in seno all'organizzazione era ricoperto da Costantin Stancu e  Costantin Ilioae, affiancati da un nutrito gruppo di connazionali. Subito dopo la commissione dei furti, i capi dell'organizzazione Stancu e Ilioa «piazzavano» immediatamente la refurtiva a diversi ricettatori.

Emblematici della spregiudicatezza della banda, due tra i tanti furti commessi: uno perpetrato nell'abitazione di un disabile assistito da una badante rumena e compiuto dal compagno della donna che gli aveva lasciato aperta la porta della casa, mentre l'inconsapevole vittima era costretta a letto. E ancora, quello perpetrato ai danni di un professionista palermitano, il quale, fidandosi ciecamente della propria governante rumena, assunta da oltre cinque anni, le aveva affidato le chiavi di casa, in occasione di un viaggio durato alcuni giorni.

Al suo ritorno, il professionista avrebbe trovato la propria abitazione svaligiata (con un danno di oltre duecentomila euro).

La donna, irrintracciabile dal datore di lavoro, avrebbe abbandonato la città e cancellato ogni traccia del suo passato, persino il profilo Facebook. Il personale della «Mobile» palermitana l'avrebbe rintracciata e arrestata, col suo compagno (anch'egli componente della banda criminale) in provincia di Lodi.

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