PALERMO. Da quando la panineria in via Altofonte aveva cambiato gestione c’era troppo concorrenza a Villaciambra. Tutti i clienti dell’altro locale, proprio sulla stessa strada, avevano preferito cambiare posto, invogliati dai prezzi migliori.
E così Mario Marchese, considerato capomandamento di Villagrazia, aveva deciso di intervenire, come emerge dalle intercettazioni dei carabinieri che ieri hanno portato a 62 arresti a Palermo e provincia. Ad allertare il boss, ad agosto 2013, è stato un altro degli arrestati: Giovanni Messina. Una sua vecchia fiamma era infatti la titolare della panineria “danneggiata” dalla concorrenza.
I nuovi titolari, oltre a effettuare un’intensa attività di volantinaggio (“Ora il discorso quale è... siccome – dice Messina a Marchese - fanno... volantinaggio”), erano pure andati a invogliare i lavoratori in un cantiere limitrofo proponendo prezzi scontati. “Dico se tu fai il volantinaggio... va be’ li puoi lasciare nelle case... ti basta... minchia ma andarci direttamente là... da questi muratori”, aggiunge Messina. Prima di agire Messina deve chiedere l’assenso del capo: “Ho detto, prima vado dallo zio Mariano ...”. Poi, ottenendo il benestrare dall’anziano uomo d’onore (“vedi tu... campo libero! … vedi tu che gli devi far... fare..”, dice Marchese), decide di agire.
E Messina prima fa qualche telefonata intimidatoria (“ci mando qualche telefonata così ... così... neanche per... per creare confusione”) e poi va a mettere l’Attack nei lucchetti.
I danneggiamenti erano all’ordine del giorno, un modo per ribadire la presenza della mafia nella zona. Ed è così che scatta l’intimidazione anche per il direttore dell’ufficio postale di Villagrazia. Un addetto alle pulizie delle poste aveva infatti “allontanato” l’anziano Vincenzo Adelfio (anche lui tra gli arrestati) dall’ufficio (“Ma chi cazzo ti ha dato questa confidenza di dirmi a me fuori! gran cosenutile che sei”, dice Adelfio parlando dell’episodio).
Parlando con Marchese, Adelfio rincara la dose: “Abbiamo il direttore di Villagrazia... alla posta da me... che è un cornuto di quello che non ce n’è... sbirro... sbirro... sbrirro... Noi dobbiamo fare il turno per cambiare... per...per... pagare la bolletta... e mai... avevamo tra l’altro là... il direttore... le ha fatte sempre lui”.
A Marchese venivano poi illustrati i tempi e il danno “dopodomani io provvedo ad andargli a tagliare i copertoni... ci si mette un camioncino affianco...affianco alla macchina... un altro con la motocicletta gira... già ho preparato...già tutte cose!”, dice Adelfio . E così vennero tagliati due pneumatici dell’auto del direttore e venne imbrattata una fiancata con della vernice.
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