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Abusi su minori, chiesto giudizio immediato per don Elice

Il prete di 40 anni è stato arrestato dalla polizia mentre si trovava a Roma, dopo oltre un anno di indagini

PALERMO. Dopo la confessione di don Roberto Elice, il prete accusato di aver abusato di due fratelli di 13 e 15 anni e di un altro minore, la Procura ha deciso di chiedere il giudizio immediato per l’ex parroco palermitano. L'evidenza della prova ha fatto propendere il procuratore aggiunto Salvatore De Luca e il sostituto Claudio Camilleri per questo rito. Adesso la palla passa al gip che dovrà decidere se ci sono gli elementi necessari a procedere con l'immediato. Elice, 40 anni, è stato arrestato dalla polizia mentre si trovava a Roma, dopo oltre un anno di indagini.

Secondo il racconto dei ragazzini, tutto sarebbe cominciato durante un pellegrinaggio a Medjugorje. Il sacerdote, parroco nella chiesa di Maria Santissima Assunta, si offrì di pagare il viaggio ai due ragazzini. Le molestie sarebbero poi continuate anche al ritorno in città. A scoprire degli abusi fu la madre dei due fratellini che lo denunciò nel 2014, dopo essere riuscita a farlo confessare in chat. A quel punto, la donna è andata dagli investigatori e ha raccontato le confidenze raccolte dai figli. Don Roberto li avrebbe molestati sessualmente più volte. Le indagini hanno poi permesso di individuare un'altra vittima. Agli atti anche una conversazione, via chat, tra il sacerdote e una parrocchiana nella quale il prete confessava quanto aveva fatto in un momento di debolezza, durante un pellegrinaggio.

Dopo essere finito il manette, il prete ha confessato tutto. "Mi sono autodenunciato alla Curia a novembre del 2014", ha detto al gip. La Curia, dopo la confessione, ha trasferito il prete a Roma in una struttura per sacerdoti con problemi, l'ha sospeso a divinis e ha avviato un procedimento penale canonico a suo carico. Dopo l'arresto, ci fu anche una polemica tra l'ex cardinale di Palermo Paolo Romeo e chi si chiedeva come mai la Curia non fosse andata dagli inquirenti. "Non spettava a me - ha detto Romeo - denunciare don Roberto. Abbiamo subito contattato la madre dei bambini informandola del suo diritto-dovere di denunciare. Ci disse che l'aveva già fatto. Noi abbiamo seguito le regole del diritto canonico. Ci siamo offerti anche di sostenere economicamente la mamma dei bambini".

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