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Viaggio alla Guadagna, il quartiere dell'inchino al boss: sui muri la scritta "W la mafia"

Il parroco: «Assistiamo 180 famiglie». Ma nell’omelia domenicale nessun accenno alla retata dei giorni scorsi

PALERMO. Sono le 11.40 di domenica. All'interno della chiesa San Pio X, le panche sono quasi tutte occupate. Dal pulpito padre Nicolò Messina è nel pieno della sua omelia. Parla della giornata nazionale delle vittime della strada. Poco dopo ricorderà, durante la lettura dei fedeli, anche i tragici attentati di Parigi.

Finita la celebrazione, la chiesa si svuota piano piano: i consueti saluti tra amici e conoscenti e via verso casa. Sembrerebbe una domenica normale, in un quartiere normale. Eppure, negli ultimi giorni, questo stesso quartiere è stato protagonista più volte dei titoli di cronaca. Prima l’aggressione a suor Anna Alonzo, la missionaria picchiata e minacciata sotto casa e spesso nel mirino di vandali e ladri al centro Arcobaleno 3P, che ha fondato quattro anni fa alla Guadagna.

Poi l’arresto del boss Salvatore Profeta e dei suoi uomini andato in scena tra i saluti e gli inchini al capomafia di alcuni abitanti di quella stessa borgata. «Da 32 anni sono parroco in questa chiesa - racconta padre Messina -. Oggi ho 74 anni e qualche acciacco in più». Quando gli chiediamo di minacce e aggressioni, però, tiene a precisare: «Io non ne ho mai ricevute. Qui ci sono gli stessi problemi presenti in tutte le altre periferie della città. Il dramma principale è rappresentato dalla disoccupazione e dalla povertà. Diamo assistenza, tramite il banco alimentare, a 180 famiglie e sono sempre di più le persone che ci chiedono di essere aiutati per trovare un lavoro. In passato, tramite gli appelli fatti in chiesa, sono anche riuscito a trovare delle occupazioni a padri di famiglia senza più niente. Oggi no. Non ci riesco più».

Un quartiere circoscritto, quello della Guadagna, che sembra quasi schiacciato dai rioni limitrofi. Anche gli ultimi fedeli escono dalla chiesa. Tra questi ci sono alcune suore avvolte nel caratteristico sari bianco e blu. Non hanno tempo di parlare. Al loro seguito c’è un folto gruppo di bambini che reclama attenzioni.

Per loro questa è la priorità e con un grande sorriso si allontanano per raggiungere il centro Arcobaleno. Suor Anna non c’è perché è andata in ritiro. Alle pareti spiccano i colori sgargianti dei murales. Una successione di volti e di simboli. Unico tocco di colore del quartiere.

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