PALERMO. Il rettore dell'università di Palermo, Roberto Lagalla, che a novembre sarà sostituito da Fabrizio Micari, traccia un bilancio dell'ultimo anno. I dati Censis vedono l'università del capoluogo al quinto posto tra gli atenei con più di 40 mila iscritti e terza per la parte web.
«Non era mai successo prima d'ora. Essere quinti non è motivo di soddisfazione - commenta - ma di riflessione sull'opportunità delle scelte che sono state adottate e sul lavoro fatto». Calo degli iscritti? «Non è così. Stiamo accompagnando grazie a percorsi studiati, i fuori corso del vecchio
ordinamento alla laurea, anche se - spiega - progressivamente sono proprio quelli che non si riscrivono». Per Lagalla infatti il 39% dei laureati a Palermo e in Sicilia va a lavorare altrove e dal 2012 il numero di iscritti all'ateneo palermitano è perlopiù invariato. Tema che trascina con sè quello del recupero del Mezzogiorno. «Sono convinto - prosegue - che il nostro sistema universitario abbia le carte in regola per poter rappresentare il fulcro del ripensamento virtuoso del sud Italia».
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