PALERMO. I suoi parenti sono entrati in aula vestiti di nero e tenendo in mano la sua foto. Ieri mattina si è aperto così davanti al tribunale per i minorenni il processo al presunto assassino di Aldo Naro, il medico di 25 anni, ucciso con un calcio lo scorso 14 febbraio, alla discoteca Goa.
L’imputato ha appena 17 anni e ha ribadito la sua versione, sostenendo che sì, è stato lui a dare quel calcio a Naro, ma che non avrebbe voluto ucciderlo. Proprio sulla scorta di questa versione l’avvocato del giovane ha chiesto di sospendere il processo e di concedere all’imputato la così detta messa alla prova per tre anni in strutture rieducative. In questo modo, di fatto, il reato viene estinto. I giudici hanno respinto questa richiesta ed hanno invece accolto la richiesta di celebrare il processo con il rito abbreviato.
Una soluzione che consentirà al ragazzo, in caso di condanna, di ottenere la riduzione di un terzo della pena. La sentenza potrebbe arrivare già a novembre. Durante l’udienza di ieri è stato recepito anche il parere degli assistenti sociali, secondo i quali, l’imputato avrebbe mostrato qualche segno di sofferenza, ma non avrebbe intrapreso un percorso che possa preludere alla semplice rieducazione. Non si sarebbe cioè «dissociato» dal suo gesto.
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