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Benzinaio ucciso a Palermo, dolore ai funerali. Di Fiore resta in carcere

PALERMO. Resta in carcere perché potrebbe di nuovo uccidere Mario Di Fiore, il pensionato che ha sparato a Nicola Lombardo il benzinaio di piazza Lolli morto sabato scorso nel corso di una lite scoppiata per sette euro di differenza nel costo del pieno. Il gip Daniela Cardamone ha convalidato il fermo di polizia e ha accolto la richiesta della procura della custodia cautelare in carcere, sulla base del pericolo della reiterazione del reato.

Il pensionato si trova nel carcere di Pagliarelli ed è difeso dall'avvocato Giuseppe Avarello. L’uomo in mattinata durante l’udienza di convalida si era detto pentito. “Sono distrutto e a disposizione dell’autorita’ giudiziaria”. Di Fiore ha sostenuto di aver sparato l’unico colpo, che ha centrato la vittima alla milza, perchè avrebbe percepito una reazione da parte del benzinaio e che il prezzo del pieno di carburante non c’entra nulla. Secondo la difesa l’arma con cui Di Fiore ha sparato, una pistola calibro 7,65 illegalmente detenuta, era stata ritrovata dall’imprenditore in via Rosolino Pilo mentre eseguiva lavori di ristrutturazione di un immobile. La pistola sarebbe appartenuta a un uomo del 1923. La Procura aveva chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere. Il difensore aveva chiesto alla luce della confessione gli arresti domiciliari.

 

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