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"Telecamere anti-cecchini nel palazzo davanti a tribunale", il condominio dice no

"C'è un terrazzo che si trova in un palazzo di fronte al palazzo di giustizia e che costituisce una piattaforma di sparo per i cecchini che vogliono far fuori i magistrati", ha spiegato il procuratore generale

Il procuratore generale, Roberto Scarpinato

PALERMO. «Io ho fatto un inventario dei punti deboli attualmente esistenti e uno di questi è proprio un terrazzo che si trova in un palazzo di fronte al palazzo di giustizia e che costituisce una piattaforma di sparo per i cecchini che vogliono far fuori i magistrati, quindi ho subito richiesto che venissero collocate le telecamere per inquadrare questo lastricato solare e con mia grande sorpresa dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza ho appreso che il condominio si è rifiutato. Naturalmente sono tornato alla carica». Lo ha detto il procuratore generale Roberto Scarpinato a Restate Scomodi su RadioUno della Rai. «Sto chiedendo al prefetto di emettere un provvedimento d'urgenza - - ha aggiunto - avvalendosi dei suoi poteri, non voglio fare valutazioni di merito ma non posso che esprimere la mia meraviglia e la mia amarezza per essere costretto a misurarmi anche con resistenze di questo genere che non avrei mai immaginato»

Commentando la strage di Milano, Scarpinato è intervenuto poi in merito alle polemiche su sicurezza pubblica e sicurezza appaltata ai privati. «È una decisione che è stata assunta nel 2002/2003 che io trovo ancora incomprensibile, - osserva - è come se la mia scorta invece che essere affidata ai carabinieri fosse affidata ai vigilantes privati, non capisco la differenza, qui si tratta di una scorta mobile, lì si tratta di una scorta fissa ad un palazzo di giustizia che deve assolvere una funzione essenziale dello Stato. Salvaguardare la vita dei magistrati e delle persone che sono dentro il palazzo, si può esternalizzare ad un istituto di vigilanza privata ? Si può ricorrere al mercenariato per una funzione essenziale dello Stato?». Ha infine osservato Scarpinato: «Non possiamo piangere i morti dopo, dobbiamo pensarci prima a evitare che possano verificarsi eventi luttuosi e ciascuno deve assumersi le sue responsabilità e passarsi una mano sulla coscienza».

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