PALERMO. «È giusto denunciare senza diventare però star dell'antimafia». È chiaro il messaggio di Gigi Mangia, ristoratore palermitano che qualche giorno fa, dopo l'arresto del presidente della Camera di Commercio di Palermo, Roberto Helg, ha raccontato delle minacce subite: attack nei catenacci, furti e un cappio con una catena lasciato all'interno del nuovo ristorante. I fatti sono di ottobre, novembre e dicembre.
«Già dopo il primo episodio ho denunciato - dice - Non mi è sembrato nemmeno giusto avere avuto questo risalto dopo che ne ho parlato in Confcommercio. Ognuno fa il suo lavoro e si sta meglio se c'è meno spettacolarizzazione. Credo che sia un fatto consueto nelle grandi città, ce ne sono tante di denunce e meno diamo enfasi e più diciamo di denunciare subito, meglio è. Non sono mai stato per i paladini - conclude - anche perchè spero di non essere un pupo».
Gigi Mangia, ristoratore molto conosciuto in città e leader della federazione dei pubblici esercizi della Confcommercio, da qualche mese ha rilevato un locale in piazza Nascè, all’ingresso del Borgo Vecchio. Un posto che ha una storia alle spalle. Tempo fa si chiamava «Felix» e vi trascorse l’ultima notte di libertà il giovane boss Gianni Nicchi. Il proprietario occulto, secondo la ricostruzione degli investigatori, è Carmelo Vinci, ritenuto un rapinatore di lungo corso, condannato a 13 anni per associazione a delinquere e una serie di grossi assalti ai depositi di sigarette. Il locale è stato sequestrato dai giudici della sezione misure di prevenzione nel marzo 2013 e Mangia ha riavviato l’attività, trasformandola completamente.
Adesso è un bistrot-pizzeria, ma i problemi sono iniziati subito. Così come le sue segnalazioni alla squadra mobile e su queste intimidazioni a raffica c’è un’indagine in corso. «Io continuo a lavorare - afferma Mangia - e non ho certo intenzione di trasformare questo posto in un simbolo di legalità. Sono contrario ai proclami. Desidero solo lavorare senza subire le imposizioni di nessuno. I fornitori li scelgo io, non qualcun altro».
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