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Minacce, colla e un cappio: intimidazioni a Gigi Mangia

Il ristoratore ha rilevato un locale in piazza Nascè, che ha sede in locali sotto sequestro per mafia

PALERMO. Prima gli hanno «consigliato» un fornitore che forniva tutto, dalle patatine alle tovaglie. In sostanza un modo per consegnare il locale chiavi in mano. Poi qualcuno gli ha messo l’attak nei catenacci. Infine sono entrati dentro, hanno rubato due televisori e appeso un cappio rosso realizzato con una catena. Insomma, non proprio una accoglienza amichevole per Gigi Mangia, ristoratore molto conosciuto in città e leader della federazione dei pubblici esercizi della Confcommercio, che da qualche mese ha rilevato un locale in piazza Nascè, all’ingresso del Borgo Vecchio. Un posto che ha una storia alle spalle. Tempo fa si chiamava «Felix» e vi trascorse l’ultima notte di libertà il giovane boss Gianni Nicchi. Il proprietario occulto, secondo la ricostruzione degli investigatori, è Carmelo Vinci, ritenuto un rapinatore di lungo corso, condannato a 13 anni per associazione a delinquere e una serie di grossi assalti ai depositi di sigarette. Il locale è stato sequestrato dai giudici della sezione misure di prevenzione nel marzo 2013 e Mangia ha riavviato l’attività, trasformandola completamente. Adesso è un bistrot-pizzeria, ma i problemi sono iniziati subito. Così come le sue segnalazioni alla squadra mobile e su queste intimidazioni a raffica c’è un’indagine in corso. «Io continuo a lavorare - afferma Mangia - e non ho certo intenzione di trasformare questo posto in un simbolo di legalità. Sono contrario ai proclami. Desidero solo lavorare senza subire le imposizioni di nessuno. I fornitori li scelgo io, non qualcun altro».

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