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Colombe bianche e lacrime per Eleonora: «Grazie per quello che ci hai insegnato»

In via Listz le esequie della psicologa e blogger morta di cancro. Un amico: «Anch’io ero malato, mi ha sempre dato coraggio»

PALERMO. Don Pasquale La Milia ha la voce rotta dal dolore. Ha appena iniziato la predica, quando gli si interrompono le parole. Si scusa e piange. C’è voluto essere lui, parroco a Monreale e amico di famiglia, ieri mattina sull'altare della chiesa di Santa Luisa, in via Franz Listz, al funerale di Eleonora Marsala, la giovane donna che ha commosso l'Italia, morta venerdì notte a 33 anni per un tumore all'intestino.

«Eleonora è spirata con lo sguardo rivolto al cielo - ha detto il sacerdote alla folla che gremiva la chiesa - e non aveva nessun motivo di essere arrabbiata. Lo ripeteva lei stessa in ospedale, negli ultimi giorni, quando le portavano la comunione: Ele, se vuoi ti puoi anche arrabbiare con Gesù. E lei: Non ho alcun motivo per farlo. Si era anche voluta cresimare - ha aggiunto padre Pasquale - a testimonianza della sua immensa fede». La notizia della morte, a don Pasquale, l'ha data il padre Pietro. Un sms spedito di notte: abbiamo un angelo in cielo, c’era scritto. «La vita non è nostra - ha concluso in sacerdote - . Approfittiamo del tempo che abbiamo, coltiviamo il ricordo di Eleonora raccogliendone l'eredità. La ringraziamo per quello che ci ha insegnato».
Era la «ragazza con la chemio nella borsetta». Così abbiamo imparato a conoscerla nei suoi tre anni di malattia. Sia quando la vedevi in televisione a testimoniare il suo coraggio per chi era ammalato come lei, sia quando la leggevi su internet: messaggi di speranza sul suo blog e su Facebook. E poi quella sua personalissima borsetta che portava a tracolla: un flaconcino di medicinale per la chemioterapia avvolto da una stoffa rosa a fiori cucita da Valentina, la sorella più piccola. Il loro simbolo d'amore.

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