PALERMO. Si sono incontrati ieri per la prima volta dopo la tragedia, hanno parlato di quello che è successo. E infine si sono abbracciati. Valentina Pilato, 30 anni, accusata di aver abbandonato la sua neonata (poi morta) appena partorita tra i rifiuti in un cassonetto di via Di Giorgi lo scorso lunedì, ha lasciato l'ospedale, non è tornata a casa, ma non è sola.
Con lei c'è il marito, Daniele M., militare, che avrebbe deciso di non abbandonare la moglie, madre dei suoi tre figli. Sarà dura, ma proveranno a farcela insieme. Valentina Pilato si trova in una casa famiglia, dove sarà supportata soprattutto da un punto di vista psicologico. Una decisione presa di comune accordo tra la famiglia della donna e il suo legale, l'avvocato Enrico Tignini. È stato proprio di quest'ultimo l'idea di far trasferire la donna in una struttura protetta, distante dal nucleo familiare, anche se l'incontro col marito, con cui si era trasferita in Friuli sette mesi fa, è un chiaro segnale della vicinanza di tutti loro.
Dal punto di vista legale, comunque, Valentina Pilato è libera senza alcun tipo di restrizione. È indagata per infanticidio, ma non è in stato di fermo. Semplicemente, la donna non sarebbe ancora pronta. Ieri, quando ha lasciato il reparto di ginecologia dell'ospedale Cervello, era accompagnata da suo cognato, lo stesso uomo che l'aveva portata al pronto soccorso il giorno della tragedia. Un giorno che ha ancora tanti, troppi punti oscuri.
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