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Le nuove aperture, farmacie di Palermo sul piede di guerra

Entro sessanta giorni il Consiglio comunale dovrà mettere mani a un materia delicata. E già si allunga l’ombra dei ricorsi che paralizzerebbe tutto l’iter

PALERMO. Sostanzialmente è un altro rinvio con una speranza: che l’assessore alle Attività produttive, Giovanna Marano, riesca a portare a termine una mediazione (sotto forma di un emendamento tecnico) per risolvere la guerra delle farmacia in città. Fare entrare il piano di Orlando nel piano Latella. Un gioco di prestigio? No, un emendamento tecnico prima di fine anno, evitando l’intervento del commissario regionale.

L’argomento è talmente incandescente che è paragonabile all’innesco di una reazione chimica pericolosa. Anzi, pericolosissima. Da maneggiare con cura, è il caso di dire. Il «piano delle farmacie» è un ordigno nelle mani del Consiglio comunale pronto a esplodere in forma di ricorsi e polemiche non appena si sposta un indirizzo, si rivede una casella, si propone un cambiamento: ovviamente le nuove sedi daranno “fastidio” per vicinanza a qualche attività già avviata. L’atto si deve approvare entro il 2014, cioè nel giro di sessanta giorni. Ma non si considera che in mezzo c’è il piano triennale delle opere pubbliche, il bilancio e qualche altro atto di quelli più urgenti che premono l’ordine del giorno di Sala delle Lapidi.

La vicenda nasce nel 2012 con l'adozione di questo piano da parte dell’allora commissario Latella che indicava la dislocazione di 27 nuove farmacie sul territorio cittadino (per legge una ogni 3.300 abitanti) facendole lievitare a 192. Su quel piano avevano espresso pareri critici l’Asp ed il consiglio dell’Ordine dei Farmacisti rappresentato dal presidente Nino D’Alessandro che, in particolare, aveva presentato numerose osservazioni.

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