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Picchiarono automobilista, condannati 2 vigili a Palermo

L’episodio tre anni fa in via Emerico Amari. L’uomo, che riportò contusioni, aveva chiamato il 113. Poliziotti e altri testimoni confermarono: violenze ingiustificate

PALERMO. Quattro mesi ciascuno, pena sospesa, per due vigili urbani accusati di lesioni aggravate nei confronti di un automobilista, fermato per un controllo e malmenato: la sentenza è del giudice monocratico della quinta sezione del Tribunale, Rossana Guzzo, che ha ritenuto colpevoli Fabrizio Romeo, 50 anni, e Vincenzo Mattaliano, di 39, condannandoli pure a risarcire il danno alla «persona offesa», Alessio A., di 37 anni, al quale saranno liquidati 2500 euro.

Il processo riguarda un episodio del 7 febbraio 2011, avvenuto all’incrocio tra le vie Roma e Emerico Amari e denunciato dall’automobilista, la cui versione è stata considerata assolutamente credibile e riscontrata dal giudice Guzzo. L’uomo si era anche costituito parte civile, con l’assistenza dell’avvocato Igor Runfola. I due imputati, difesi dall’avvocato Emilio Chiarenza, hanno preannunciato il ricorso in appello. La Procura era invece rappresentata dal pm Carlo Lenzi.

L’accusa di lesioni personali, contestata a Romeo e Mattaliano, portava con sé l’aggravante di avere agito con abuso dei poteri di pubblici ufficiali. I due sottufficiali del Corpo di polizia municipale, secondo il pm, avrebbero procurato ad Alessio A. contusioni guaribili in due giorni. Loro hanno negato di avere esercitato qualsiasi forma di violenza e soprattutto hanno escluso di avere agito in maniera ingiustificata. Proprio per questo avevano denunciato per primi i fatti, facendo aprire un’indagine con l’ipotesi di resistenza nei confronti di Alessio A. Così il pm Carlo Lenzi aveva indagato per primo sull’automobilista, ma la posizione era stata poi archiviata, su richiesta della stessa Procura, per l’infondatezza della notizia di reato: era emerso cioè che in occasione di quel controllo del 7 febbraio di tre anni fa, Alessio A. non aveva opposto alcuna resistenza ai vigili, non si era ribellato, non aveva fatto nulla che giustificasse il comportamento dei due caschi bianchi.

Dopo l’archiviazione da parte del Gip, favorevole ad Alessio A., era emersa tutta un’altra storia. Si era partiti da una banale discussione tra controllori e controllato, con qualcuno che aveva alzato la voce e alla fine ci sarebbe stato il passaggio alle vie di fatto, quando Alessio A., invitato a seguire i due vigili urbani, si sarebbe rifiutato di andare con loro in caserma. Fu a quel punto che all’automobilista, secondo la versione ritenuta fondata dal giudice Guzzo, sarebbe stato girato il polso dietro la schiena e l’uomo sarebbe stato afferrato per il collo e preso a schiaffi e pugni. L’intervento di una volante della polizia, chiamata con una telefonata al 113 dallo stesso Alessio A., aveva chiuso, ma solo temporaneamente, l’«incidente».

La presenza e le deposizioni di alcuni testimoni avevano scagionato poi l’uomo dall’accusa di avere opposto resistenza ai due agenti municipali. Il processo contro Romeo e Mattaliano era stato così la conseguenza dell’archiviazione. E, nonostante la testimonianza favorevole agli imputati, da parte di due commissari del Corpo di via Dogali, sono prevalse le deposizioni dei testi presenti all’episodio e dei poliziotti intervenuti in via Amari.

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