PALERMO. Molte ombre si allungano sull’appalto per la realizzazione del tram. L’Autorità nazionale anticorruzione, con una delibera a firma del suo presidente Raffaele Cantone e datata 9 ottobre, elenca circostanze sospette, elementi di dubbio, punti oscuri che sono stati messi sotto i riflettori della Procura della Repubblica e di quella della Corte dei Conti.
Si contestano spese eccessive per consulenze, ritardi nella progettazione, errori progettuali, quadri economici abbozzati e non autorizzati. Insomma, un guazzabuglio che rischia di terremotare una delle opere su cui l’amministrazione sta puntando per dare risposte sul piano delle infrastrutture e della mobilità di massa.
Per la verità la storia di questo appalto non è una storia tranquilla. Molti punti interrogativi furono posti sull’attività svolta dall’allora Rup (responsabile unico del procedimento) Domenico Caminiti. Al punto che fu esautorato e sostituito con un altro dirigente. Caminiti, però, oggi è il direttore dell’Amat, stazione appaltante dell’opera. Nell’aprile del 2012 le carte con cui si ricostruivano tutti i chiaroscuri dell’opera furono per l’appunto inviati all’autorità anticorruzione.
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