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I pentiti su Messicati Vitale: “Per lui uccidere è come comprare le sigarette”

Sergio Rosario Flamia: è “il vero capo del mandamento di Bagheria… un uomo d’onore della famiglia di Villabate molto influente e potente...

PALERMO. Le responsabilità penali contenute nel provvedimento di fermo che ha portato all’arresto di Antonino Messicati Vitale derivano da indagini successive alla sua estradizione. In particolare, è stato documentato il ruolo di Messicati Vitale di capo famiglia di Villabate e di responsabile di un tentativo di estorsione in danno di un commerciante di carni della zona.

“Il suo spessore criminale – dicono i carabinieri - viene evidenziato appieno dal rinvenimento di un pizzino a lui fatto recapitare da Silvestro Girgenti il quale, gioielliere di Bagheria e creditore di altri affiliati, si rivolge a chi gode di indiscussa autorevolezza per avere una intercessione e ottenere la restituzione del denaro”.

Ma la storia mafiosa di Messicati affonda le proprie radici molto più lontano. Già con le indagini Sisma, Argo e Reset, con cui sono stati disarticolati i mandamenti mafiosi di Misilmeri-Belmonte Mezzagno e Bagheria, sarebbe stato evidenziato il suo ruolo di vertice “tanto temibile quanto spregiudicato”.

E i collaboratori di giustizia, quelli passati e quelli recenti, ne confermano in modo inequivocabile la caratura mafiosa.

In particolare, Stefano Lo Verso, nel 2011, dichiarava: “... Nel 2010 durante la detenzione con Comparetto, dallo stesso ho appreso che a Villabate si muoveva Tonino Messicati che era uscito da poco dal carcere” e “Tonino è un tipo che per il quale andare ad uccidere una persona è come comprare un pacchetto di sigarette...”.

Successivamente, Sergio Rosario Flamia definiva Messicati Vitale “il vero capo del mandamento di Bagheria… un uomo d’onore della famiglia di Villabate molto influente e potente… addirittura sovraordinato a Antonino Zarcone”.

Queste dichiarazioni trovano ulteriore conforto in quanto esternato recentemente da Antonino Zarcone: “E’… uomo d’onore di Villabate. Dopo l’arresto di Giovanni D’Agati ha preso in mano la direzione della locale famiglia ed ha anche favorito la latitanza di Gianni Nicchi… Nel 2011 io sono stato affiliato nella famiglia di Villabate anche se dovevo fare parte della famiglia di Bagheria, alla presenza dei fratelli Messicati Vitale, Tonino e Fabio, e Lauricella… Io, Gino Di Salvo e Tonino Vitale avevamo un ruolo direttivo del mandamento di Bagheria; Nicola Greco era all’oscuro della nostra affiliazione …”.

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