Una stagione deludente da riscattare, una collocazione tattica definitiva da trovare e una piazza da conquistare. La lista degli obiettivi di Roberto Insigne (nella foto di Tullio Puglia) per la nuova stagione è composta da questi propositi e il sogno è realizzarli a Palermo, magari con una promozione recitando lo stesso ruolo da protagonista che aveva a Frosinone nel 2022/23, ma la società non ha ancora sciolto le riserve sul suo futuro e Dionisi non avrà modo di valutarlo prima del ritiro.
Le riflessioni del tecnico non saranno semplici, perché il giocatore è un valore aggiunto e in Serie B ha dimostrato a più riprese di saper recitare un ruolo da protagonista in realtà ambiziose; tuttavia, perché ciò accada pure in rosanero servirà un approccio più propositivo ed efficiente rispetto alla stagione appena conclusa, chiusa da Insigne con il magrissimo bottino di due gol e tre assist. Quando il Palermo lo aveva acquistato dodici mesi fa, aveva visto in lui un profilo con grandi abilità nel saltare l’uomo e creare superiorità numerica sulla fascia destra; tali doti si sono viste però solo a sprazzi, con una partita superba del numero 11 contro il Pisa a dicembre circondata da numerose apparizioni in cui la sua presenza in campo è stata letteralmente impalpabile.
La palla adesso passa a Dionisi e De Sanctis. Il primo dovrà decidere se Insigne potrà ancora essere funzionale al progetto rosanero: il modulo prediletto dell’ex Frosinone è il 4-3-3, cosicché se il tecnico dovesse puntare su altro (l’alternativa più concreta è il 4-3-1-2) diventerebbe difficile trovargli un posto nell’undici titolare. Al neo direttore sportivo spetterà invece il compito di studiare eventuali soluzioni dal mercato: Insigne ha ancora due anni di contratto e un ingaggio abbastanza pesante per i parametri della Serie B, due elementi che insieme al rendimento negativo nel 2023/24 rendono il suo profilo poco appetibile per le squadre cadette; in più ogni nuovo innesto, a prescindere dal reparto di riferimento, andrà valutato con la massima attenzione per non ripetere gli errori delle scorse stagioni, quando giocatori accolti come potenziali campioni e trascinatori verso la promozione hanno deluso malamente le attese della piazza.
Anche Insigne rientra in questa categoria, ma vista la portata dell’investimento non è da escludere che gli venga concessa una seconda opportunità: a meno di clamorosi colpi di scena in sede di mercato nei prossimi giorni verrà portato a Livigno con la squadra, per poi essere valutato con attenzione. D’altro canto il Palermo vuole evitare un altro caso Saric, che un anno fa venne bocciato a poche settimane dalla chiusura del mercato (dopo un precampionato anonimo e un avvio di stagione molto negativo contro Cagliari e Bari) rendendo necessaria la ricerca frettolosa di un sostituto, poi individuato in Henderson che a sua volta ha deluso le attese.
Il rapporto con la piazza sarà uno dei principali aspetti su cui Insigne, al pari di diversi compagni, dovrà lavorare: Mignani ha provato a ridargli centralità tra fine campionato e play-off, ma anche qui l’ex Frosinone si è fatto notare più per gli errori che per le giocate. Dionisi dovrà lavorare sia sulla testa sia sulla tattica, trovando prima di tutto un bilanciamento tra efficacia in fase offensiva e sacrificio in quella difensiva: per ambire alla Serie A c’è bisogno di tutti, soprattutto tra chi non si è espresso al massimo del proprio livello
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