
La decidono i rigori e la decide chi non doveva nemmeno esserci. È Bardi l’eroe di Cremonese-Palermo, partita dei trentaduesimi di Coppa Italia che non passerà alla storia per bellezza, ma che si ricorderà per la parata di Bardi sul quinto rigore della Cremonese battuto da Johnsen. Prima avevano fatto tutti centro, con Brunori, Palumbo, Corona, Augello e Ceccaroni «killer» rosanero. Johnsen, invece, s’è fatto ipnotizzare dal portiere che è arrivato da un niente e che ha giocato per l’infortunio di Gomis e il Palermo s’è regalato meritatamente i sedicesimi di finale dove affronterà una fra Udinese e Carrarese.
Un Palermo che ha confermato le buone sensazioni emerse nell’amichevole con il City e anche di essere già squadra. La differenza di categoria con la Cremonese, infatti, non c’è vista proprio e ai punti, nei novanta minuti, avrebbe già meritato il Palermo che ha giocato meglio, ha difeso alto e pressato fino alla porta avversaria. Quella che è mancata è stata la zampata, ma Inzaghi sa di avere una squadra tosta e pronta per il debutto in campionato.
All’inizio Superpippo non si scosta dal 3-4-2-1, ma qualche sorpresa la regala in questo esordio ufficiale di metà agosto. Non ci sono né Palumbo né Brunori nei due alle spalle di Pohjanpalo (lui non si tocca), ma Le Douaron (ci stava) e Gyasi che, dopo aver iniziato da esterno destro e chiuso dalla parte opposta con il City, stavolta è appunto in versione trequartista. Nel forno dello Zini, la partita è bella come uno di quei film al cinema che ti mandano a casa senza capire cosa hai visto.
Le due squadra sono quasi a specchio, visto che Nicola si piazza con un 3-5-2 che sembra più deputato ad aspettare che ad attaccare. Il primo tempo è equilibrato col Palermo bravo a non perdere mai campo, lesto ad aggredire quando c’era l’occasione e attento in difesa con Bani a giganteggiare. Di fatto tutti i duelli (soprattutto quelli sulle fasce) finiscono in parità, e così la partita stagna a metà campo senza che nessuno riesca a stapparla.
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