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Palermo, attacco horror. A Carrara il flop più grande

Settima partita senza gol all’attivo, a gennaio bisogna correre ai ripari. Zero tiri, pericoli e reti: giornata nera per i centravanti che continuano a girare a vuoto. A penalizzarli anche il modulo

In tanti si chiedono come sia possibile che la squadra apparsa dominante contro lo Spezia sei giorni dopo sia stata trasformata in un sacco da boxe dalla Carrarese. Eppure tra le due partite c’è un punto in comune: la scena muta dei centravanti, l’ennesima in questo campionato di un comparto che ha portato in dote appena tre gol e che quasi sempre ha evidenziato lacune rilevanti, che De Sanctis sarà chiamato a colmare nel mercato di gennaio.

Il dato più eloquente allo Stadio dei Marmi è quello dei tiri in porta: zero, come zero sono stati i pericoli che Henry, Brunori e Le Doauron hanno arrecato alla difesa apuana; di certo centrocampisti ed esterni (offensivi e difensivi) non li hanno assistiti nel modo più efficace, ma questo non giustifica l’incapacità di mettere in difficoltà una retroguardia che sei giorni prima aveva beccato quattro gol dalla Salernitana (che lo stesso numero di reti l’aveva segnato complessivamente tra ottobre e novembre). Un altro dato allarmante riguarda il numero di palloni giocati dai tre attaccanti nell’arco della partita, recuperi inclusi: in tutto sono appena 33 di cui 17 da Henry in 62’, 4 da Brunori in 35’ e 11 da Le Douaron in 23’.

Che il modulo di Dionisi penalizzi le punte non è una novità: tutti fanno una fatica enorme a districarsi nel 4-3-3, lavorando più per la squadra che per trovare soluzioni in fase realizzativa. Un anno fa dopo 16 giornate i centravanti rosanero avevano portato in dote 10 gol di cui 6 con Brunori, 3 con Mancuso e uno con Soleri; nel 2024/25 gli unici ad aver timbrato sono Henry per due volte e Brunori per una, mentre Le Douaron è ancora all’asciutto.

I numeri horror dell’attacco sono alla base di una classifica che al momento appare totalmente anonima per il Palermo, incapace di segnare in 7 delle 16 partite disputate: ai due zeri iniziali con Brescia e Pisa si affiancano quelli delle sconfitte interne con Salernitana e Cittadella e quelli ottenuti con tre delle quattro neopromosse affrontate, ovvero Cesena, Mantova e appunto Carrarese (unica eccezione la Juve Stabia, battuta 1-3).

La gara dello Stadio dei Marmi doveva servire a dare continuità all’exploit con lo Spezia, ma l’unica conferma è proprio quella di una fase offensiva non pervenuta: uno scenario surreale per Dionisi, che in carriera ha abituato a numeri da capogiro con i suoi attaccanti ma a Palermo sembra non aver ancora trovato il bandolo della matassa; gli investimenti estivi dovevano servire a far fare un salto di qualità all’organico, sostituendo Soleri e Mancuso con il duo francese composto da Henry e Le Douaron, ma la situazione dei rosa è decisamente peggiorata.

Il numero 20 si è guadagnato il posto da titolare con il grande sacrificio per i compagni, fatto di sponde e duelli vinti, ma il dato realizzativo è lontanissimo da quello sfoggiato con Leuven (45 reti in 79 partite) e Venezia (9 in 34 partite); l’ex Brest finora è un corpo estraneo alla squadra, con uno zero eloquente alla voce gol e assist che fa apparire incomprensibile la spesa di 4 milioni di euro nell’ultimo giorno di mercato. Brunori, scalato all’ultimo posto della gerarchia in attacco e invocato a più riprese dalla piazza dopo aver giocato 3’ nelle ultime tre partite, aveva a Carrara un’occasione d’oro per rilanciarsi agli occhi di Dionisi, che lo ha inserito a mezz’ora dalla fine con il risultato ancora bloccato sullo 0-0: tuttavia, come tante volte avvenuto in stagione, il numero 9 è finito stretto nelle maglie della difesa avversaria, senza mai trovare uno spunto degno di nota e facendosi notare più per i falli commessi che per i pericoli dalle parti di Bleve. Certamente non è solo lui il problema della fase offensiva del Palermo: in questo momento tutti gli attaccanti sono allo stesso livello, peccato che questo sia decisamente sotto la sufficienza. La piazza contesta, la Serie A si fa sempre più lontana: l’auspicio è che a gennaio arrivi qualche deus ex machina, magari da 15-20 gol a stagione, a tirare fuori i rosa da una simile mediocrità.

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