«Ai Mondiali arrivò da riserva, mi rubò il posto ma fu correttissimo»: così Andrea Carnevale, compagno di nazionale a Italia ’90, ricorda Totò Schillaci, l’eroe delle Notti magiche scomparso all’età di 59 anni. «Io ero il titolare - continua - e lui la riserva, poi si sono invertiti i ruoli, ma è stato tutto strameritato. Gli dicevo sempre, facendo una battuta, che aveva avuto fortuna. Avevo un grande affetto per lui, come tutti i giocatori di quel mondiale. Era molto timido, si sentiva quasi fuori posto in Nazionale, ma riuscì a conquistarsi il mondiale».
Ed è proprio il destino a legare i due con il famoso litigio tra Carnevale e l’allora commissario tecnico, Azeglio Vicini, che spianò la strada in quell’Italia ai Mondiali di casa proprio a Schillaci. Un legame che, nonostante tutto, tra i due non si è mai interrotto tanto che l’ex attaccante azzurro racconta di averlo «sentito per messaggio 10 giorni fa, mi avevano detto che era stato ricoverato, ma solo per una visita di controllo. Poi ho sentito che le sue condizioni si erano aggravate, speravo fosse una bugia. Purtroppo sono quelle cose che ti lasciano senza fiato. Ho conosciuto un ragazzo straordinario. Eravamo a Sorrento, si volle fare una foto con me. Vidi questo ragazzo molto timido, con questi occhi sbarrati. Era straordinario».
Un rapporto umano, quello tra i due, unito proprio dall’azzurro, come ricorda Carnevale. «A Coverciano veniva e fumavamo una sigaretta insieme, aveva sempre questi occhi aperti e mi faceva molto ridere. Eravamo io, lui, Baggio, Vialli e abbiamo passato un periodo meraviglioso. Uomo fantastico, un ragazzo straordinario, ironico. Ho un ricordo bellissimo, gli ho voluto molto bene e faccio le condoglianze alla famiglia», conclude.
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