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Il punto sul Palermo: per ripartire si faccia tesoro degli errori

L'esonero di Corini deciso tardi, la mancanza di personalità, le difficoltà a livello fisico: tanti sbagli commessi quest'anno. Il tempo per ricostruire c'è, ma bisogna marciare spediti e con le idee chiare

Adesso bisogna ripartire. Come farlo lo deciderà il City, sperando che faccia tesoro degli errori commessi in questa stagione. Vero, le colpe maggiori sono dei giocatori ma a sbagliare non sono stati solo loro. Corini ci ha messo del suo, Mignani che l’ha sostituito anche. E non è «innocente» nemmeno la società, che è scesa in... campo un po’ troppo tardi sulla questione tecnica. Se proprio doveva essere, l’esonero di Corini doveva arrivare prima (e occasioni ce ne sono state a bizzeffe) e non ad una manciata di partite dalla fine, quando la squadra ormai era finita in un pantano.

I play-off hanno confermato che questo Palermo era stato sopravvalutato (anche da chi scrive, ahimè), perché dal crash test con il Venezia ne è uscito con le ossa rotte. Si pensava che l’arrivo dei vari Lucioni, Di Francesco, Insigne, Ceccaroni e compagnia cantante sopperisse il gap tecnico e di personalità che era emerso nella scorsa stagione, invece la storia del campionato ha detto che chi è arrivato non è riuscito a colmare la lacuna. Il Palermo è rimasto una squadra senza attributi, incapace di reagire quando il barometro s’è spostato sulla tempesta. Se il plus s’è trasformato in un minus, poi è anche colpa di chi stava in panchina che non ha saputo valorizzare il «patrimonio» e di chi in settimana ne ha curato la preparazione. Il Palermo è apparso sempre in difficoltà a livello fisico, come dimostrano anche i tanti secondi tempi choc. Anche questi sono errori che vanno tenuti in considerazione.

Il tempo per ricostruire c’è, perché è chiaro che una mezza rivoluzione ci sarà. L’importante è che si proceda spediti e con le idee chiare. La prima pietra deve essere il ds, visto che appare scontato che Rinaudo non resterà. Pagherà lui per tutti, anche se in certe scelte (vedi Mignani ad esempio) non ha messo becco e tutte le altre le ha condivise con Bigon (che invece rimane). Il secondo passo è all’allenatore. Mignani andrà via (ma c’è una corrente di pensiero all’interno del club che ancora spinge per la sua conferma visto che ha un contratto fino al 2025): se si punta davvero su Zanetti - come sembra - allora si proceda senza indugi. Perché una squadra vincente va costruita tutti insieme.

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