Il ritorno a casa è a testa bassa, con la consapevolezza che si poteva e si doveva fare di più: il Palermo chiude l’annata 2023/24 con un risultato del tutto insufficiente, perché l’eliminazione in semifinale play-off non può essere in linea con le ambizioni della piazza e della società. Per il momento tutto tace dalle parti di viale del Fante, ma le riflessioni sul futuro sono già in corso e investono in primis due figure: allenatore e direttore sportivo.
Dopo il nono posto di dodici mesi fa tutti si aspettavano un netto miglioramento, ma le tre posizioni guadagnate non possono lasciare soddisfatti soprattutto se si considerano i tanti, troppi punti buttati dai rosa soprattutto contro avversarie di bassa classifica: Brunori e compagni si sono avvicinati più volte alla promozione diretta, ma il crollo verticale patito a partire da fine febbraio ha tolto certezze e reso i play-off, peraltro conquistati con fatica, una montagna difficilissima da scalare.
Nel 2024/25 l’obiettivo non può che essere la Serie A, stavolta senza passare dalle sabbie mobili degli spareggi: in due anni a Palermo il City Group ha investito tanto, ma i risultati sportivi finora non si sono visti, più per demeriti della squadra che per meriti altrui. I cambiamenti previsti in organico sono significativi, ma prima di mettere mano ai giocatori bisognerà capire chi sarà il loro riferimento, tanto in panchina quanto dietro la scrivania.
Le voci su un addio di Mignani sono emerse già dopo il fischio finale al Penzo: l’ex tecnico del Bari si è detto tranquillo sul futuro, forte di un altro anno di contratto e della presenza alle sue spalle di una proprietà «paziente» come quella City, la quale però dodici mesi fa ha già preso un azzardo con la conferma di Corini per poi trovarsi a esonerarlo a due mesi dal termine del suo rapporto con il Palermo. Pur con l’attenuante di essere entrato in corsa, trovando una situazione difficile, Mignani non ha dato nessuno step sul piano né del gioco (non sono diminuiti i gol subiti da fuori area né gli errori individuali, mentre l’apporto dell’attacco è addirittura peggiorato) né della mentalità (confermate quella fragilità e quell’incapacità di reagire alle difficoltà che avevano fatto perdere tanti punti ai rosa in stagione): con tanti profili appetibili sul mercato, anche il City Group proverà a partecipare al valzer delle panchine con l’obiettivo di scegliere la miglior opzione possibile per il Palermo e non una soluzione di emergenza come avvenuto dopo l’esonero di Corini.
Il primo nome sul taccuino della proprietà è quello dell’ex Empoli Paolo Zanetti (nella foto), al quale i toscani hanno dato il benservito dopo un avvio di stagione a marce molto basse: il suo gioco propositivo, messo in mostra soprattutto nel 2020/21, quando ha condotto il Venezia alla promozione, può dare un bel cambio di passo a una squadra che in due anni non ha mai trovato un bilanciamento tra fase difensiva e offensiva. Con Zanetti i contatti sono stati già avviati da giorni.
Un altro profilo sondato è quello di Dionisi, che ha lasciato il Sassuolo dopo due anni e mezzo e che, sempre nel 2020/21, aveva entusiasmato la cadetteria, dominando il campionato alla guida proprio dell’Empoli: tuttavia, per lui, la concorrenza è molto più forte e arriva tanto dalla massima serie quanto da altre squadre di B in cerca di rilancio. Più defilato al momento Grosso: al City Group non è piaciuto il suo dietrofront ad aprile, ma l’ex tecnico di Marsiglia e Frosinone aveva comunque lasciato aperto uno spiraglio per l’estate. Per altri nomi si attende la fine dei campionati, in modo da capire che strada intendono prendere le altre società, ma prima di ufficializzare il nuovo tecnico il Palermo ha bisogno di completare un tassello fondamentale del suo puzzle.
La scelta sulla panchina verrà infatti delegata in prima battuta al direttore sportivo, ruolo al momento occupato da Leandro Rinaudo, ma con la sensazione che alle porte vi sia un avvicendamento: il contratto dell’ex difensore rosanero scade il 30 giugno e i discorsi sul rinnovo si sono interrotti da tempo, nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra lui e i vertici societari per fare il punto, ma difficilmente la strada tracciata prenderà una piega diversa. Una volta sciolta la riserva sul direttore sportivo (ad oggi nessuna ipotesi su un’eventuale successione) si passerà alla decisione sull’allenatore: sarà dunque necessario attendere alcuni giorni per capire come prenderà forma il Palermo 2024/25, dopodiché partirà quello che prevede di essere uno smantellamento in piena regola del gruppo squadra. L’obiettivo è arrivare al ritiro di Livigno con le idee chiare, non tanto sugli obiettivi, che già sono evidenti, quanto piuttosto sui mezzi e gli uomini cui si vuole ricorrere per raggiungerli.
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