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I gol arrivano sempre al fotofinish, il recupero è ancora fatale al Palermo

Nove reti subite nell’extra time della ripresa, nessuno ha fatto peggio dei rosanero in campionato

È una delle tante dure leggi del calcio: chi di gol oltre al 90’ ferisce, di gol oltre al 90’ perisce. A settembre era stato Mancuso al 92’ a regalare al Palermo una preziosissima vittoria ad Ascoli, adesso la vendetta è servita e a firmarla è Caligara al 93’, benché sia valsa un pareggio e non un successo: si tratta comunque di un punto pesante per i marchigiani, ancora in corsa per la salvezza diretta, e beffardo per i rosa, che non ottengono i tre punti da due mesi e confermano per l’ennesima volta una certa difficoltà a proteggere il risultato nei minuti finali.

Quella del numero 10 bianconero è infatti la nona rete incassata dal Palermo dopo la segnalazione del recupero: nessuno in Serie B ne ha subite così tante e non può essere da consolazione il fatto che i rosa siano anche la miglior squadra per gol segnati (nove anche qui) dopo il 90’. I palloni raccolti in fondo al sacco hanno quasi tutti condizionato il risultato del Palermo: solo le marcature di Dubickas per la Feralpisalò e Gytkjaer per il Venezia non hanno inciso più di tanto sul punteggio, con i rosa che hanno vinto 2-1 in trasferta con i lombardi (a Piacenza) e perso 3-0 in casa con i lagunari.

Gli altri gol hanno tutti un peso specifico e sono un indice evidente di come il baricentro troppo basso porti spesso il Palermo a lasciare un varco aperto agli avversari: è andata così anche domenica, con l’Ascoli stabilmente nell’area rosanero verso la fine del match e il jolly di Caligara a premiarne gli sforzi a tre minuti dalla fine. Il fatto che si tratti di un film già visto preoccupa non poco, perché è sintomatico di come il Palermo non riesca, a prescindere dalla guida tecnica, a imparare dai propri errori: prima del 10 marchigiano i rosa erano stati puniti da Canotto del Cosenza (0-1 al 91’), Pandolfi del Cittadella (0-1 al 98’), Mihaila e Charpentier del Parma (2-3 al 91’, 3-3 al 96’), Verdi del Como (91’) e Tramoni del Pisa (4-3 al 91’).

In tutto fanno 9 punti persi nel recupero, sempre per errori banali: marcatura sbagliata sui calci piazzati, rinvii corti sui piedi dell’avversario, spazio eccessivo per i tiratori. È chiaro poi, come sottolineato da Mignani nel postpartita, che in questo frangente la fortuna non sorride ai rosa: quelli di Canotto, Mihaila e Caligara sono autentici pezzi di bravura, ma nascono da una marcatura sbagliata su un giocatore ritenuto erroneamente troppo lontano per pescare il jolly dal mazzo.

Una vittoria domenica sarebbe servita come il pane per ritrovare motivazioni in ottica play-off e calmare in parte i tifosi dopo le prestazioni horror con Reggiana e Spezia, invece una gestione non ottimale del match ha nuovamente costretto il Palermo a rinviare l’appuntamento con i tre punti e uscire dal campo a testa bassa con i fischi in sottofondo: un ulteriore segnale di un pubblico che non riesce più a emozionarsi, soprattutto nei secondi tempi, in cui i rosa creano pochissimi pericoli e non riescono ad approfittare delle ripartenze concesse. Così quella che un tempo poteva essere considerata la «zona Palermo» si è rivelata un boomerang, nonché un campanello d’allarme per l’immediato futuro.

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