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Palermo, col Venezia un'altra finale: Henderson si candida per sostituire Ranocchia, l'outsider è Vasic

Uno scontro diretto. Finora i rosa con le grandi del campionato hanno fatto bene

Henderson (foto Tullio Puglia)

Il Palermo prova a riprendersi un sogno, con una certezza: contro le migliori squadre di questo campionato ha sempre fatto risultato. Non ha sempre giocato gare memorabili ma se la statistica ha un valore possiamo affermare che la formazione rosanero sa come affrontare le partite contro gli avversari più forti. Sarà un fatto di attenzione, magari di preparazione della gara. Difatti il Palermo non ha mai perso contro le quattro squadre che gli stanno davanti: Parma, Cremonese, Como e appunto questo Venezia che sarà di scena stasera (15 marzo, ore 20.30) al Barbera.

A settembre i rosa passarono al Penzo con tre gol di Brunori dando il primo vero segnale al campionato. Oggi tenteranno il bis, che avrebbe una grande portata, perché consentirebbe di ridurre a due punti il distacco con i lagunari che si sono insediati al terzo posto. In attesa del Como che ospita domani il Pisa. Ma più complessivamente, visto che non è una corsa a due, consentirebbe di sperare ancora in una seconda posizione che seppur lontana è ancora matematicamente possibile con nove partite da giocare. Non ci rifugiamo nella retorica, quella di stasera è una partita che vale doppio, uno di quei confronti diretti che può segnare tutta la stagione rosanero, anche moralmente.

L’assenza di Filippo Ranocchia è pesante. Inutile girarci attorno, il giovane di scuola juventina ha accusato un paio di battute a vuoto forse anche per stanchezza ma la sua fantasia ha acceso la fase offensiva rosanero, migliorando anche il rendimento degli esterni. Oggi Ranocchia non ci sarà per un problema muscolare e Corini dovrà trovare il sostituto. La sensazione è che non abbia ancora deciso. Il favorito per prenderne il posto è Henderson, che nel ruolo di «sottopunta» non ha mai convinto. Ma non ha convinto neppure Coulibaly. Del resto se così non fosse non si spiegherebbe l’acquisto di Ranocchia a gennaio. Si tratta di giocatori forti fisicamente ma dalla tecnica non eccelsa, bravi più a fare i mediani che i trequartisti, e dunque per la sostituzione di Ranocchia la partita è ancora aperta con l’outsider Vasic in agguato.

Con o senza Ranocchia (mancherà per affaticamento anche Insigne, che difficilmente avrebbe giocato nella formazione titolare) il Palermo per battere il Venezia deve crescere in ogni parte del campo, perché le ultime prestazioni dicono senza possibilità di dubbio che questa squadra non è in salute. Il risultato di Lecco è stato prezioso ma la prestazione, senza giri di parole, è stata disarmante. Il Palermo deve migliorare in difesa, dove Lund e Diakité da qualche settimana spingono poco e male e dove sulle palle alte ha concesso troppo agli avversari; deve migliorare in mezzo al campo dove Gomes e Segre pur correndo a perdifiato spesso danno la sensazione di essere due perfetti sconosciuti, deve migliorare in avanti dove l’apporto degli attaccanti esterni è sempre molto evanescente. Ogni reparto di questa squadra ha margini di miglioramento e non c’è occasione migliore di quella di questa sera per provarci. Chiedere bel gioco forse è troppo, ma dopo Ternana, Brescia e Lecco qualcosa in più sarà necessario per battere questo Venezia di Vanoli forte fisicamente, compatto nel suo tradizionale 3-5-2, col possente finlandese Pohjampalo in avanti (capocannoniere del torneo con 16 gol), e con due esterni come Candela e Zampano che hanno sempre creato problemi al Palermo. Gente che lotta.

Ma stasera dovrà lottare ancora di più il Palermo, sorretto da un pubblico come sempre numeroso e appassionato, che sta spingendo la formazione rosanero con trepidazione e pazienza nelle gare interne e in quelle esterne. L’assenza di Ranocchia, il calciatore rosanero più tecnico, non può essere compensata che con l’agonismo; lottare su ogni palla come se fosse quella della vita deve essere la parola d’ordine per meritarsi tre punti che possono cambiare il corso della stagione, che possono alimentare quel sogno che il popolo rosanero non vuole abbandonare, restituendo decoro e prestigio alla formazione di Corini dopo una serie di partite inguardabili.

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