Un fantasma che non si riesce a mandare via e che continua a tormentare il Palermo a prescindere dall’obiettivo stagionale: il black-out di inizio ripresa contro il Brescia a maggio 2023, con due reti determinanti per escludere i rosa dai play-off, è tornato più e più volte nei mesi successivi e sabato a Cremona lo ha fatto nel modo più doloroso possibile, nel confronto con una diretta concorrente per la promozione e non approfittando della superiorità numerica.
Quelli di Castagnetti (secondo gol a Pigliacelli dopo quello del 26 dicembre) e Coda sono stati ottavo e nono gol subiti in campionato dal Palermo nel primo quarto d’ora della ripresa: solo il Lecco (difesa più battuta della cadetteria) ha fatto peggio con 13, mentre alla pari dei rosa ci sono Cittadella e Catanzaro. Ciò che davvero preoccupa Corini, in continuità con la sciagurata gara con il Brescia di un anno fa, è che per tre volte il Palermo ha subito due reti nei primi 15’ del secondo tempo: prima di Cremona era successo nell’impegno interno con il Pisa, anche in quel caso passando da 2-0 a 2-2 ma facendo comunque bottino pieno nel finale grazie a Segre, e nella trasferta di Como, dove lo 0-1 della frazione iniziale si trasformò presto in 2-1 a causa dell’ennesimo calo di concentrazione. A bucare i rosa tra 46’ e 60’ pure Catanzaro (momentaneo 0-2, finale 1-2), Parma (1-2, poi 3-3) e Modena (2-2, poi 4-2): il fatto che il 29% dei gol subiti complessivi (31) sia arrivato in questa fase di partita è un chiaro segno che il lavoro da fare per un rientro attento dagli spogliatoi è ancora lungo, con una serie di difetti che Corini dovrà limare il prima possibile per evitare ulteriori scivoloni nel percorso verso la Serie A.
Ai demeriti del Palermo si contrappongono i meriti dell’avversario: la Cremonese, che allo Zini non perde dal 21 ottobre, ha tenuto il pallino del gioco anche in 10 contro 11, sbandando solo nei minuti finali di ciascuna frazione; nella prima i rosa sono riusciti ad approfittarne con Ranocchia, nella seconda solo pochi centimetri sulla conclusione di Traorè e il piede di Jungdal su quella di Mancuso hanno negato la gioia del 2-3. Restano comunque il significativo passo indietro nell’approccio alla ripresa rispetto a quanto visto contro Feralpisalò e Como, gare in cui il Palermo (pur in situazioni di punteggio diverse) ha concesso pochissimo agli avversari per poi colpirli con il talento del numero 14, e il rammarico per aver gettato al vento uno dei migliori primi tempi del campionato, che ha visto Brunori e compagni legittimare il doppio vantaggio con una prestazione solida in ciascun reparto: la speranza è di riscattarsi subito contro la Ternana, avversario che Corini ha sempre sofferto da quando è tornato al Palermo e che nel match di andata ha trovato il pari intorno al quarto d’ora della ripresa e lo ha conservato anche in inferiorità numerica. Rispetto a quella gara i rosa hanno una consapevolezza diversa e un organico più solido, ma per ambire fino alla fine alla promozione devono dimostrare di aver scacciato tutti i fantasmi del passato.
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