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Palermo, l’effetto Barbera per volare

Contro il Bari è obbligatorio vincere per restare agganciati alle posizioni di vertice. Gli ultimi tre successi di fila in casa danno fiducia, ma serve una partita senza sbavature

La bara di Giulia Cecchettin durante i funerali della ragazza nella Basilica di Santa Giustina a Padova, 5 dicembre 2023. ANSA/NICOLA FOSSELLAGiulia Cecchettin's coffin during the girl's funeral in the Basilica of Santa Giustina in Padua, 5 December 2023. Giulia Cecchettin, the 22-year-old killed by her former boyfriend, 21-year-old Filippo Turetta, on November 11. ANSA/NICOLA FOSSELLA

Come ogni volta che si torna a giocare dopo il gong di chiusura del mercato invernale ci sentiamo più… leggeri. Più sollevati. Da oggi si riparte con la testa sgombra. Sapendo che nulla potrà cambiare fino all’ultima giornata. Se il Palermo ha fatto bene lo dirà solo il campo. Qualche arrivo c’è stato, qualche rimpianto pure (per Verde sembrava fatta), dispiace per la partenza di Valente, che è stato uno dei giocatori più importanti dal giorno della «rinascita». Un Palermo più giovane e più convinto dei propri mezzi riparte stasera contro il Bari di Pasquale Marino, l’ultimo allenatore della vecchia gestione rosanero, uno dei pochi tecnici ingaggiati dal Palermo a non essere mai andato sulla panchina rosa. Il marsalese, subentrato alla guida del Bari a Mignani a ottobre, non ha dato una vera svolta alla squadra pugliese, facendo appena meglio del suo predecessore. Il Bari ha vinto una sola delle ultime sei partite e neppure gli innesti di Puscas, Kallon e Lulic (arrivati a gennaio) hanno cambiato il volto di una squadra che ha perso i principali attori dello scorso campionato (Cheddira, Folorunsho e Caprile).

Contro questo Bari, il Palermo ha un solo risultato se vuole restare agganciato alle prime carrozze del treno: la vittoria. Ovviamente è un modo di dire, con sedici partite da giocare tutto resterà aperto dopo la gara di questa sera, ma le indicazioni delle ultime giornate dicono chiaramente che la squadra di Corini può provare a raggiungere il secondo posto che è a soli cinque punti. Può farlo perché ha compiuto piccoli miglioramenti contro Modena e Catanzaro, perché pensiamo che possa crescere ancora con gli inserimenti di Ranocchia e Diakité, perché Traorè potrebbe diventare il jolly che mancava e perché chi sta davanti ha smesso di correre. Venezia, Como e Cittadella hanno vinto solo due delle ultime cinque gare, il Catanzaro ha fatto anche peggio. E per provarci davvero, per provare a chiudere almeno al terzo posto e giocare i play-off in posizione di vantaggio, sarà di fondamentale importanza sfruttare il fattore campo. Le ultime tre vittorie di fila in casa hanno invertito un trend nefasto (quattro sconfitte al Barbera) e la tradizione dice che per il Bari a Palermo non è mai stata una passeggiata.

A Catanzaro Corini ha riprovato il 4-2-3-1, modulo che nel girone di andata (a Genova, contro il Brescia e il Cittadella in casa) non aveva dato grandi risultati. Forse perché né Henderson né Coulibaly sono bravi a giocare dietro la punta. Ranocchia non è un vero attaccante ma in questo ruolo è andato bene perché ha piedi delicati e visione di gioco, è sembrato il collante giusto tra i reparti e stasera ne cercheremo la conferma contro una squadra che gioca con tre interni di centrocampo. Dunque, al suo debutto casalingo Ranocchia dovrà sacrificarsi maggiormente in fase di non possesso per supportare Gomes e Segre che in questo momento sembrano intoccabili. Se l’impiego dell’ex juventino è praticamente scontato quello di Diakité lo è… quasi. Il difensore francese è nettamente favorito su Graves, che però resta un outsider importante. Certamente l’ex ternano ha più dimestichezza nel ruolo di esterno destro.

Modulo nuovo (per ora il 4-3-3 sembra accantonato), due volti nuovi e ci auguriamo qualcosa di nuovo anche sul piano della qualità del gioco. Come abbiamo detto Ranocchia può essere il giocatore capace di mettere ordine nella confusa manovra del Palermo, valorizzando con le sue giocate anche il movimento degli esterni. Oggi Insigne sembra favorito su Di Mariano che aveva giocato inizialmente a Catanzaro, a sinistra ovviamente giocherà Di Francesco. Corini ha modificato il modulo senza rinunciare alla trazione laterale, questo vuol dire che le cosiddette «ali» resteranno di fondamentale importanza per raggiungere i traguardi sperati. «Ali» che finora non hanno dato l’apporto atteso e che in questo mercato invernale sono state messe chiaramente in discussione. Se il Palermo aveva quasi chiuso per Verde, se (nessuno lo ha smentito) ha cercato di prendere anche Caso un motivo ci deve pur essere. Un chiaro messaggio in prospettiva futura, anche perché il giovane e talentuoso Traorè vorrà giocarsi le sue chance. In avanti dopo la squalifica tornerà Brunori, che senza togliere nulla al valore di Soleri, resta l’unico vero punto fermo dell’attacco rosanero. In questo reparto nulla è cambiato a gennaio dopo la prodezza di Soleri contro il Modena: a Brunori il compito di trascinare i rosa, a Soleri l’incombenza di risolvere le imprese disperate.

Filippo Ranocchia nella foto di Tullio Puglia

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