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Palermo, troppi punti perduti: conti in rosso con le piccole

Cinque i passi falsi contro squadre apparentemente abbordabili. Tre le sconfitte casalinghe

Il colpo di testa di Coulibaly contro il Cittadella, l'unica azione da gol del Palermo in tutta la gara (foto di Tullio Puglia)

In un campionato equilibrato come la Serie B, dove la concorrenza intorno al Palermo è foltissima, le mancate vittorie in impegni sulla carta meno insidiosi possono essere la chiave di volta negativa per le ambizioni di promozione o di una posizione importante in zona play-off. I rosa erano già caduti nella trappola delle «piccole» nella scorsa stagione, mancando il piazzamento tra le prime otto per i tanti punti lasciati per strada contro squadre apparentemente in difficoltà; nell’annata in corso Brunori e compagni, pur occupando un ottimo terzo posto, hanno comunque perso qualche punto di troppo in gare assolutamente alla portata, soprattutto al Barbera.

Se si considerano le gare non vinte, tolto lo 0-0 all’esordio a Bari, posizione in graduatoria e stato di forma delle avversarie lasciavano supporre che fossero tutte battibili; invece sono arrivati cinque passi falsi, con un pareggio e quattro sconfitte che Corini spera di non pagare a fine stagione. Domenica i rosa faranno visita alla «polveriera» Ternana, ultima e fresca di cambio in panchina: sbagliare ancora, con alle porte il doppio impegno con Catanzaro e Parma, non è consentito.

La prima delusione è arrivata con il Cosenza, corsaro allo scadere in viale del Fante: prima del match i «lupi» erano dodicesimi, reduci da quattro partite senza vittoria e da un digiuno fuori casa che durava dal 18 marzo (0-1 con il Frosinone). Con lo Spezia un pareggio dal retrogusto dolceamaro contro un avversario stabilmente in zona retrocessione (17° prima della partita, 18° adesso), con una sola affermazione in campionato e appena tre gol nelle sette partite precedenti, che non gli avrebbero comunque impedito di bucare due volte Pigliacelli. Sei giorni dopo l’incredibile ko con il Lecco, al ritorno in B dopo cinquant’anni ma tristemente ultimo con 4 punti in otto partite: la cura Bonazzoli tuttavia stava cominciando a dare i suoi effetti e i blucelesti, con tanto cinismo e un immenso Melgrati, avrebbero bissato il successo in viale del Fante del 1968. Con la Sampdoria un’altra disfatta, l’unica fuori casa: i blucerchiati arrivavano alla gara diciassettesimi, decimati dagli infortuni e con Pirlo in odore di esonero, ma avrebbero comunque centrato la seconda vittoria interna dopo un avvio con quattro sconfitte. Infine la debacle con il Cittadella, arrivato al Barbera all’11° posto ma capace di spadroneggiare nonostante otto gare di fila con almeno un gol subito e un’incapacità di blindare la porta in trasferta che andava avanti dal 2 aprile (0-0 a Modena): tutto cancellato in novanta minuti, i più bui della gestione Corini e della storia recente del Palermo.

La domanda sorta nella mente di molti, nel vedere Brunori e compagni dominati dai granata, era come fosse possibile che quella squadra fosse la stessa che aveva superato in scioltezza avversari come Reggiana, Venezia (2°), Südtirol e Modena: la risposta l’ha data in parte il capitano nel postpartita, sottolineando il difficile momento psicologico del gruppo e la necessità di ripartire tutti insieme. Perché ciò avvenga però serve trovare alla svelta un rimedio contro i troppi punti persi quando il pronostico è favorevole.

In alto il colpo di testa di Coulibaly contro il Cittadella, l'unica azione da gol del Palermo in tutta la gara (foto di Tullio Puglia)

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