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Dal Pisa al... Pisa, la maglia da titolare e il gol: Di Mariano finalmente è rinato

Di Mariano realizza il gol del vantaggio a Pisa (foto di Tullio Puglia)

Nel percorso di un calciatore con compiti offensivi un gol è la miglior medicina per ritrovare fiducia e caricarsi in vista delle partite successive, specialmente se arriva dopo mesi di digiuno: l’auspicio di Di Mariano è che questa sia anche la sua strada, in un finale di stagione ad alta tensione per il Palermo. Il Pisa gli porta bene: aveva sbloccato la sfida d’andata al Barbera lo scorso 15 ottobre, si è ripetuto sabato all’Arena Garibaldi. Sono le uniche reti segnate finora in campionato, ma nel momento in cui Corini chiederà uno sforzo offensivo in più alla squadra non può non essere il 10 palermitano il primo a raccogliere l’invito.

La reazione rabbiosa dopo aver infilato Nicolas, con quel dito sulla bocca a zittire le critiche (seguito dai baci alla telecamera dedicati alla piccola Isabel), è segno della tensione accumulata in questi mesi dall’ex Lecce e della liberazione per essere tornato a gonfiare la rete. Anche se sul risultato incide il successivo errore sottoporta su invito di Soleri, la presenza di Di Mariano sulla fascia destra ha messo in grave difficoltà Beruatto, delegato a marcarlo, e creato costante superiorità numerica nella fase offensiva dei rosa. La maggiore peculiarità del numero 10, nonché caratteristica unica tra gli attaccanti del Palermo, è la versatilità nel ricoprire più ruoli: seconda punta accanto a Brunori, esterno nel tridente offensivo o nel centrocampo a cinque. Un’arma in più per Corini sia da titolare che a partita in corso, dal momento che può dare il cambio tanto alla spalla del numero 9 quanto a Valente sulla corsia destra.

La rivincita di Di Mariano scrive forse la parola fine sul periodo più complicato della stagione, con appena 158 minuti giocati (recuperi esclusi) nelle ultime cinque partite e il posto da titolare non più così al sicuro per l’arrivo di Tutino e la crescita di Soleri. L’ex Lecce ha giocato dall’inizio con il Genoa da seconda punta (in campo 65’) e con il Südtirol da esterno di centrocampo (fuori all’intervallo), mentre con Frosinone e Ternana è entrato a gara in corso (rispettivamente per 31’ e 17’); con il Pisa ha giocato un altro tempo e mezzo e solo i crampi hanno messo fine a una partita di spinta e sacrificio. A prescindere dal minutaggio nelle prossime gare, Corini sa di avere a disposizione un jolly pronto a rispettare fedelmente le direttive e dare supporto con la sua qualità ai compagni di reparto, centrocampo o attacco che sia.

Lo step finale, nonché il più difficile, è una crescita in termini di gol: sono appena 22 quelli realizzati in Serie B negli ultimi sette campionati, con il picco di otto con il Venezia nel 2018-19. Un record difficile da raggiungere nelle ultime nove giornate della stagione attuale, ma la parabola di Soleri insegna che basta poco a un attaccante, specialmente se di grande esperienza, per ritrovare se stesso e trascinare la squadra. E questo Palermo, che ormai dalla sfida alla Reggina flirta con la vittoria senza averla ancora ottenuta, ha un grande bisogno di essere trascinato soprattutto da chi, come Di Mariano, ha un legame ancora più saldo con la città.

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