"Sicuramente la promozione in Serie B è stato il momento più bello di questi tre anni, perché è stata il coronamento sportivo del triennio". Ha parlato così il presidente del Palermo, Dario Mirri, al magazine Forbes.
"Mi preme però sottolineare - ha continuato l'imprenditore palermitano - che sono molto fiero di avere ridato dignità al club, di avere creato una società trasparente, con i conti in ordine, con un’eccezionale reputazione e con una partecipazione sempre garantita dei tifosi".
Mirri ha poi parlato delle differenze tra la vecchia gestione Zamparini e la nuova era: "C’era poca attenzione per il cosiddetto senso di appartenenza. Aspetto su cui noi, invece, abbiamo lavorato da subito. Perché è il punto di unione tra passato, presente e futuro, tra partecipazione e continuità. Abbiamo seminato una cultura diversa, di rispetto e attenzione ai tifosi. Quest’anno, per esempio, il numero degli abbonati è sei volte maggiore rispetto a quattro anni fa, quando eravamo sempre in Serie B".
Il presidente rosanero ha poi discusso sul problema dell'appartenenza in Italia rispetto al calcio inglese: "Da noi il rapporto tra i tifosi e le società è molto conflittuale. Ed è un problema culturale su cui dobbiamo lavorare. Basterebbe prendere esempio dall’Inghilterra, dove la società condivide tutto con i tifosi e loro rimangono al fianco della squadra a prescindere dai risultati. Perché il club non è del presidente, è dei tifosi. Loro devono sentire questa appartenenza, viverla sempre e comunque. E non è un caso se in Italia fa notizia vedere il tutto esaurito allo stadio e si fa fatica a contrastare la vendita di prodotti non ufficiali".
Sul sogno Serie A il patron rosanero ha infine risposto così: "Non esistono voli senza paracadute, prima in Serie A dobbiamo arrivarci e dobbiamo costruire un bilancio da grande squadra. Poi certo che non è impossibile, ma per adesso parlarne non ha nemmeno senso. Certamente è un sogno coltivabile con il tempo".
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