Sei gol subiti in due partite, 7 in campionato. Difesa del Palermo sotto accusa a giudicare dagli ultimi 180 minuti. Corini però ha parlato chiaro: serve tempo. Lo ha spiegato in conferenza stampa dopo la sconfitta maturata al Granillo di Reggio Calabria contro la Reggina (3-0): "Questa squadra è ancora in costruzione".
Il Palermo contro gli uomini di Inzaghi si è presentato con 9 pedine diverse rispetto alla precedente formazione schierata contro l'Ascoli. Solo Buttaro e Brunori erano gli unici reduci della passata stagione. Era difficile fare risultato. Perché il calcio non è quello della Playstation e i giocatori devono imparare a conoscersi. I giocatori sono validi individualmente, il mercato ha regalato colpi importanti. Sulla carta, Corini ha uno dei centrocampi più forti della Serie B con Stulac, Saric e Segre. Ma in tanti hanno fatto pochi allenamenti e praticamente tutti o quasi non hanno mai giocato assieme.
Poi c'è la questione modulo: il 4-3-3 è stato provato per la prima volta soltanto a pochi giorni dal match. Uno scacchiere che richiede tempo per essere capito al meglio, dei meccanismi per i quali serve tanto lavoro. Le mezzali che si devono alzare con i tempi giusti, il pressing che cambia e gli esterni che si devono sovrapporre continuamente. E poi c'è un problema che spaventa e non poco i tifosi: le voragini in difesa viste nelle ultime due settimane. Come detto, 3 gol presi contro l'Ascoli e 3 gol insaccati anche dalla Reggina: 6 reti subite in 180 minuti, ma potevano essere molte di più. Corini è chiamato davvero a lavorare sui singoli, ma anche sui reparti. Quel che è certo è che la nuova era è appena iniziata.
Qualcuno richiama già l'allenatore di Massa Carrara, qualcuno scrive sui social che "Baldini aveva capito tutto e ha fatto bene ad andarsene". Sono arrivate le prime critiche ad un allenatore chiamato a costruire una squadra ex novo, quasi da zero. Chiamato a creare gruppo, empatia, coesione. Concetti semplici, apparentemente, ma che richiedono del tempo. Una squadra che deve conoscersi, nella testa ma anche nei movimenti in campo. E ad attestarlo sono prima Brunori, che nel corso del secondo tempo "rimprovera" Elia per un attacco al secondo palo mancato, e poi Sala che incespica proprio sull'attaccante ex Juventus non trovando né il tempo né lo spazio per la conclusione.
E pensare che i rosanero potevano addrizzare la partita nel primo quarto d'ora del secondo tempo, quando hanno avuto le due migliori occasione del match (Di Mariano prima e Brunori poi). Prima di lasciare spazio al pallone sanguinoso perso da Segre che ha regalato il 2-0 di uno straordinario Menez, "anziano" ma ancora in forma smagliante. Sarà un mese e mezzo complicato, di conoscenza. La speranza è che il Palermo non lasci troppi punti per strada.
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