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Palermo, Toni: «Satellite del City? Ben venga essere la succursale»

L'ex bomber dei rosanero: «Zamparini era solo, qui si discute della società più grande al mondo»

L'ex bomber del Palermo e dell'Italia Luca Toni

Che poi forse è vero che i ricordi, talvolta, servono anche a programmare un futuro roseo. Se non a programmarlo, quantomeno a concedersi il lusso di immaginarselo. Luca Toni lo sa bene. Era il tempo in cui i calciatori avevano il volto da uomini semplici. L’anno della promozione in Serie B, di Toni al Palermo e dei suoi 30 gol. Della felicità non condivisibile. Oggi un nuovo Palermo, 18 anni dopo. E un futuro che si inizia a scorgere, da una lucina poco trasparente ma molto promettente.

Che futuro per il Palermo? C’è un parallelismo fra la proprietà solida di Zamparini e quella del City Football Group?

«È una proprietà importante, ed è normale che ci si aspetti tanto. C’è un bel programma per riportare il Palermo in Serie A e per cercare di farlo diventare un club rivelazione. Zamparini era una persona sola. È stato un personaggio-tifoso che ha investito davvero tanto. A volte ha fatto bene, altre volte male. Ma gli anni più belli sono stati con Zamparini, al di là poi di come è andata a finire. Questo è un fondo che ha già altre squadre considerevoli, quindi è un po’ diverso».

Alcuni tifosi temono che il Palermo possa essere una società satellite del Manchester City.

«Penso che già essere la società satellite del Manchester City sia una grande cosa (sorride, ndr). Non sei una società satellite di una squadretta, ma stiamo parlando della società più forte al mondo. Ha tantissimi giocatori importanti, che se venissero in Italia giocherebbero in qualsiasi squadra da titolari. Ben venga essere la succursale del Manchester City!».

Il Palermo ha sostituito Lucca, che le somiglia, con Brunori. Chi reputa più forte?

«Brunori ha fatto un grandissimo campionato, ha battuto quasi il mio record e ha portato il Palermo in Serie B. Gli attaccanti sono particolari, perché quando fanno il salto di categoria, o sono talmente bravi che non lo sentono e riescono a fare bene anche nella categoria superiore, oppure un po’ soffrono. Lucca è un giocatore forte fisicamente, che è partito bene ed è calato nel girone di ritorno. Credo si sia parlato anche troppo presto di nazionale per un giocatore che, comunque, doveva dimostrare a pieno il suo valore».

E poi quel passato mai dimenticato. La B vinta dal Palermo nel 2004, Baldini oggi la vive come una rivincita. Parla di destino, di fede.

«Noi siamo partiti con lui, in quella stagione. Dopo l’esonero è iniziata la nostra cavalcata con Guidolin. Quell’anno lì (2004) noi avevamo veramente una squadra forte. Alcuni hanno vestito la maglia della nazionale campione del mondo. Con Baldini si era rotto qualcosa dopo l’inizio del campionato. Con Guidolin abbiamo stravinto il campionato».

Si era rotto qualcosa all’interno dello spogliatoio o tra Baldini e la società?

«Quando il presidente non ha più creduto in lui ha preso un altro allenatore. Non si era rotto molto a livello di spogliatoio. Zamparini era davvero un tifoso, ha preso una scelta in un momento in cui la squadra non stava facendo così bene come voleva lui».

Le manca il calcio giocato? È riuscito a “compensare” con il ruolo di opinionista?

«Sinceramente? Il calcio mi manca perché è stata la mia vita. Ma ho deciso io di smettere. Oggi sono felice, seguo tutte le mie squadre con simpatia e farò ancora l’opinionista di Champions League per Prime Video».

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