NEW YORK. Lasciare la propria città, la propria nazione, non è mai facile. Se poi vivi a 7 mila chilometri di distanza tutto è ancora più amplificato. Internet per fortuna ha «accorciato» le distanze, dando una mano a chi soffre la «saudade» di casa. Basta una video chiamata e l’immigrato di nuova generazione si sente meno lontano dai propri affetti. Se poi a queste latitudini trovi anche un posto dove poter vivere le partite della tua squadra del cuore come se fossi in Italia, tutto è ancora più semplice.
«Qui è come trovarsi a casa» esordisce Rosario Procino, uno dei proprietari di Ribalta, la pizzeria napoletana di Union Square a New York che ogni settimana si trasforma in una curva di stadio. «Abbiamo aperto quasi tre anni fa e nel giro di poco siamo diventati un punto di riferimento non solo per gli italiani che vivono nella Grande Mela, ma anche per tutti quelli che transitano da queste parti in vacanza o per lavoro. Il calcio poi è un aggregante potente e noi non abbiamo fatto altro che cercare di dare alla gente un posto dove poter assistere alle partite di A davanti ad una buona pizza e sentirsi come in famiglia».
Sarà così anche oggi nel pomeriggio americano, quando Napoli e Palermo nella serata italiana scenderanno in campo al San Paolo. «Speriamo di vincere afferma Roberto – altro tifoso partenopeo iscritto al NYC Napoli Fan Club –. Sarebbe importante per provare a conquistare la vetta. Sento che questo può essere l’anno giusto. Abbiamo un grande allenatore e se Higuain continua così non ce n’è per nessuno». La colonia napoletana trasformerà Ribalta nel San Paolo di Manhattan, ma a farsi sentire ci saranno anche i tifosi rosanero.
«Lo scorso anno – dice Marco, palermitano che da quasi due anni vive a Brooklyn e si occupa di ricerca in un ospedale della Grande Mela – Rosario ha dovuto pagare pegno. Dopo il 3-1 del “Barbera” lo abbiamo obbligato a pubblico pegno, fotografandolo con una sciarpa del Palermo e postando la foto sui social network. So che sarà difficile, ma spero che la formazione di Iachini possa ripetere una prestazione come quella. Punto su Vazquez, anche perché ce l’ho al Fantacalcio. Una bella doppietta e siamo tutti contenti». «Occhio alle “mozzarelle” del Pipita – ribatte Pasquale, pure lui napoletano doc che a New York sta provando a sfondare come attore e per arrotondare, nel tempo libero, fa il cameriere a Ribalta -. Guardate cosa ha combinato l’ultima partita. Ha piegato le mani al portiere avversario. Può essere micidiale». «Io tifo Palermo – si inserisce Adi – che italiana non è, ma adora il “food” del Bel Paese – Mi piace la magliettina rosa. È “cool”». Si prepara dunque così, a Ribalta, la sfida tra azzurri e rosanero.
Tra una battuta e un’altra, senza stress e polemiche perché, quando non sono di fronte, palermitani e napoletani fanno fronte comune contro i «potentati» del Nord (Juve, Inter, Milan). «Fortunatamente – commenta Michele, palermitano che dopo la laurea sta frequenta un master alla Columbia – qui viviamo un calcio un po’ più sano. Viviamo le partite con maggiore attaccamento e sicuramente meno tensioni». «È vero – aggiunge Pasquale Cozzolino, chef e altro proprietario di Ribalta -. Qui le polemiche non arrivano. Ci fermiamo agli sfottò. Questa, comunque, sarà una festa del Sud. Palermo e Napoli sono entrambi orgoglio del Meridione e dunque speriamo di goderci un derby all’altezza delle aspettative. Noi lo vivremo assime, napoletani e palermitani uniti, tra una croque di patate e una pizza». A New York come al San Paolo...
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