PALERMO. Nel gran giorno di Andrea Gilardino perfino la possibilità di continuare la marcia in testa a punteggio pieno passa in secondo piano. Del resto dopo appena tre giornate la classifica ha un valore relativo. Nel giorno di Andrea Gilardino, che debutterà oggi contro il Carpi a meno di imprevisti ripensamenti, c'è un'idea fissa nella testa dei fans rosanero.
Trovare un eroe in cui specchiarsi, per cui esaltarsi, per cui piangere e ridere. È il sale del calcio. Questa squadra ha personaggi positivi come Sorrentino e Vazquez ma non ha un vero condottiero. Alberto Gilardino ha tutti i tratti per conquistare il Barbera: per la sua carriera, per i quasi duecento gol segnati in A, per quanto ha fatto in Nazionale, perché ha la faccia pulita e perché non ha mai dato scandalo.
Pazienza se qualche anno fa, proprio al Barbera, segnò un gol col braccio favorendo la Fiorentina, se prima ancora giocando col Milan aveva simulato un rigore ingannando l'arbitro. Per anni è stato uno dei principali «nemici» del popolo rosanero ma è acqua passata, furbate perdonate. Anche il tifoso più puro e duro oggi abbraccerà Gila all'uscita dal sottopassaggio per l'ancestrale convinzione che la maglia conta più di ogni altra cosa e oggi il bomber piemontese indossa inequivocabilmente quella del Palermo. La sua scelta equivale alla redenzione.
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