PALERMO. Una implorazione a Santa Rosalia affinchè liberi Palermo dalle tante pestilenze che l'affliggono, dal problema della casa a quello della disoccupazione, è stata rivolta dall'arcivescovo, il cardinale Paolo Romeo, nella sua omelia rivolta alla città in occasione del Festino. Il presule ha tuttavia ribadito che Rosalia «non è un talismano! E che la fede non è un tranquillante per le coscienze!».
Rivolgendo lo sguardo alla città il vescovo ha aggiunto: «So bene che è più facile scorgerne le brutture, i disagi nei quali da sempre sembra immobilizzata, il degrado e l'incuria di alcuni quartieri. È triste ammettere che in tutti, cittadini e Istituzioni, si registra una sempre più diffusa mancanza di senso di responsabilità».
«Certo - ha osservato Romeo - il compito di costruire il futuro della nostra Città appartiene in primo luogo alle Amministrazioni locali che hanno assunto l'impegno di guidare questa Cittadinanza. Il Festino, non può 'stordircì: non può farci dimenticare, per esempio, l'emergenza sempre più complessa e allarmante dei 'senza casà. Provo a chiedere a tutti i responsabili della cosa pubblica di individuare iniziative concrete. C'è poi la piaga endemica della disoccupazione, specie quella giovanile, e il fenomeno del precariato che chiude orizzonti di speranza per le famiglie e reca sofferenza al futuro delle nuove generazioni, creando le condizioni per la diffusione della criminalità mafiosa».
«Per questo - ha concluso Romeo - continuo a chiedere, ormai da tanti anni, che Palermo abbia i suoi progetti di sviluppo a lungo termine, non soltanto gli interventi di gestione puntuale delle emergenze. Come chiedo a tutti che il Festino sia anche occasione per rinnovare il mio accorato appello alla responsabilità di ognuno».
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