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Droga a Palermo, retata dei carabinieri a Falsomiele: 9 arresti

PALERMO. I carabinieri della Compagnia di Palermo Piazza Verdi dalle prime ore dell’alba hanno condotto una vasta operazione antidroga per l’esecuzione di 17 provvedimenti cautelari  (di cui 2 in carcere, 7 agli arresti domiciliari , 6 all’obbligo di presentazione alla p.g. e 2 all’obbligo di dimora) emessi dal Tribunale del Riesame di Palermo, a carico di persone considerate responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti "per aver detenuto ai fini di spaccio e ceduto a più persone sostanza stupefacente del tipo hashish, cocaina, eroina e marijuana".

L’esecuzione dei provvedimenti - si legge in una nota - conclude una complessa attività investigativa, sviluppata dai carabinieri sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo – DDA  (Procuratore Aggiunto Teresa Principato, Sostituto Procuratore – DDA  Sergio Barbiera, Sostituto Procuratore Gianluca De Leo).

Le indagini, sviluppate dal 2011, nascono dalle prove raccolte dai carabinieri nel corso di precedenti attività che avevano già mostrato un vero e proprio mercato degli stupefacenti nel quartiere Falsomiele: da qui il nome convenzionale dell’indagine “Alveus”.


INTERCETTAZIONI E VIDEO AMBIENTALI: FALSOMIELE, UN IPERMERCATO DELLA DROGA. Decisivi in questi anni di indagini intercettazioni telefoniche, video-ambientali per osservare con mirati servizi i principali attori di questa attività al fine di inquadrare l’attività criminale nella sua interezza.
È stato necessario oltre un anno di indagini per riuscire a raccogliere le prove necessarie ad individuare un consistente numero di spacciatori che operosamente cedevano la sostanza nel dedalo di vie difficilmente controllabili limitrofe alla zona attenzionata. Grazie al costante impegno si è riuscito a dimostrare come Falsomiele, rappresentasse un vero e proprio ipermercato dello stupefacente in grado di fornire ai sui avventori cocaina, eroina, hashish e marijuana, sia al dettaglio che in quantità più consistenti che, acquistate, venivano a loro volta tagliate e rivendute anche in altre province dell'Isola. Elemento importante che emerge nel corso dell’intera attività d’indagine, è il fatto che il quartiere Falsomiele si propone quale mercato di sostanze stupefacenti non solo per Palermo. Si è constatato , infatti, che buona parte degli acquirenti all’ingrosso provenivano dalle varie province siciliane ove poi rivendevano lo stupefacente.


"SIM DI SERVIZIO", LE ACCORTEZZE UTILIZZATE DAI PUSHER. Pur non potendo documentare una gerarchia tra gli spacciatori si è potuto notare come questi fossero più o meno capaci nel loro «mestiere» sia per le accortezze utilizzate che per i richiami ricevuti dal «capo-piazza»: solo a titolo di esempio si nota come i più accorti e capaci tra i pusher avessero un loro giro di clientela ben selezionata e molto attenta a «non sbagliare a parlare per telefono», utilizzassero delle vere e proprie «schede di servizio» dedicate unicamente allo spaccio ed intestate a terzi, spesso tossicodipendenti, che erano disposti a cedere la loro sim in cambio di una dose. Anche nel parlare i più «anziani» non facevano mai apertamente riferimento alla droga chiacchierando al più dei caffè da prendere al bar piuttosto che dell’acquisto di macchine, motori, scarpe, borse. I meno esperti invece utilizzavano telefoni intestati a loro stessi, o a parenti prossimi, parlavano con i clienti in maniera chiara di fumo, erba e quantitativi da cedere e non si curavano di farsi guardare le spalle mentre spacciavano.
Nell’arco dell’indagine sono stati documentati centinaia di scambi che hanno permesso infine di arrestare 31 spacciatori al dettaglio i quali, operavano mantenendo attiva la piazza giorno e notte.










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