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Palermo, ergastolano evade dal carcere Pagliarelli: è caccia all'uomo Ecco come è riuscito a fuggire

Si chiama Valentin Frrokaj e già nel 2013 era evaso dall'istituto di pena di Parma

PALERMO. Come nel più classico degli action movies per «espugnare» il carcere e riacquistare la libertà ha usato le lenzuola della branda. E così quasi indisturbato Valentin Frokkaj, albanese, 36 anni, all'ergastolo per omicidio, approfittando dell'ora d'aria e dell'assenza di vigilanza, ha scalato il muro di cinta del carcere palermitano Pagliarelli ed è fuggito via.   
Frokkaj, che le foto segnaletiche ritraggono con un sorriso beffardo, l'arte dell'evasione la coltiva da un pò: era febbraio del 2013 quando riuscì a scappare dall'istituto di pena di Parma in cui scontava il carcere a vita per l'uccisione di Elton Llaho, connazionale ammazzato durante una rissa. Allora evase segando le sbarre della cella e calandosi giù, anche in quel caso, con delle lenzuola. Con lui scappò anche Taulant Toma, altro habituè delle fughe, un rapinatore di 29 anni che era già scappato dal penitenziario di Terni nell'ottobre 2009. Toma, venne poi catturato in Belgio e riuscì nuovamente a evadere dal carcere di Liegi dov'era in attesa dell'estradizione in Italia. Di lui non si hanno più notizie.      
Meno fortunato Frokkaj che, dopo l'evasione di febbraio da Parma, venne arrestato ad agosto a Vignate, nel milanese. Secondo alcune ricostruzioni, durante l'ora d'aria, l'albanese sarebbe andato nel cortile nascondendo le lenzuola strappate sotto gli abiti. Poi sarebbe riuscito a scavalcare l'altissimo muro di cinta, la prima inferriata esterna, anche essa molto alta, e poi la rete gialla che delimita l'area di rispetto prima della strada pubblica. I poliziotti penitenziari hanno trovato brandelli di lenzuola con del sangue che hanno fatto annusare ai cani. L'uomo ha i capelli rasati, è alto un metro e ottanta ed è di corporatura robusta. Al momento della fuga indossava jeans e una maglietta a maniche corte bianca.  
Per i sindacati di polizia penitenziaria, quella dell'albanese è una sorta di evasione annunciata. «Il carcere Pagliarelli è svantaggiato rispetto ad altre strutture italiane - dice Mimmo Nicotra segretario generale aggiunto dell'Osapp - poichè a fronte di 1.200 detenuti mancano circa 150 uomini della polizia penitenziaria e questo ha fatto sì che il posto di sentinella fosse scoperto».   
Gli fa eco Donato Capece, segretario generale del Sappe. «L'evasione di oggi - spiega - è la conseguenza dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari e delle carenze di organico della Polizia che ha 7 mila agenti in meno. Non si facciano dunque volare gli stracci, ma i propugnatori della vigilanza dinamica delle carceri ovvero i vertici del Dap, Tamburino e Pagano, si dimettano ammettendo la propria sconfitta». 

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