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Omicidio a Palermo, Di Giacomo coinvolto nell'operazione Perseo ma poi assolto

PALERMO. Giuseppe Di Giacomo, 47 anni, freddato da colpi di pistola mentre era vicino alla sua Smart in via Eugenio l'Emiro all'angolo con via Corradino di Svevia, era stato arrestato nel 2008 nell'ambito dell'operazione antimafia «Perseo» ma era stato assolto nel gennaio 2011. Di Giacomo era il fratello di un  boss storico del mandamento di Porta Nuova, Giovanni, condannato  all'ergastolo per mafia e omicidio, considerato uomo di Pippo Calò.    Giovanni Di Giacomo era stato condannato per gli omicidi di  Natale Tagliavia, trovato incaprettato il 18 settembre '81 e  di Filippo Ficarra, vittima della lupara bianca  nel 1982. È stato anche condannato per il tentativo di  uccisione, nel carcere Ucciardone, del boss Gerlando Alberti  «paccarè», un esponente della vecchia guardia condannato a  morte dalle cosche emergenti.    


Il suo nome, dopo le dichiarazioni del pentito Francesco  Marino Mannoia, entrò anche nelle indagini per l'omicidio di  Sebastiano Bosio, primario di chirurgia cardiovascolare del  Civico di Palermo, ucciso nel 1981. La vittima di oggi era stata arrestata nell'ambito  dell'operazione Perseo ma venne assolta perchè le  intercettazioni che lo riguardavano furono dichiarate  inutilizzabili per un vizio di forma. Secondo gli inquirenti Di Giacomo stava tentando di affermarsi  come referente del clan di Porta Nuova. L'omicidio di classico  stampo mafioso preoccupa molto gli investigatori.  Sul luogo del delitto si sono recati il pm di turno, Francesco  Grassi, i sostituti Caterina Malagoli e Sergio Demontis e  l'aggiunto Leonardo Agueci.    

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