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Rifiuti a Palermo, le colpe e le responsabilità

Come l'araba fenice di Metastasio la colpa dell'emergenza rifiuti «che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa». A Palermo, soprattutto nei quartieri periferici, accanto ai cassonetti non svuotati si accumulano nuove cataste di spazzatura, molti cestini strabordano un po' ovunque e la raccolta differenziata nell'ampia zona del centro – tra Kalsa e Borgo Vecchio - non è mai decollata. A macchia di leopardo l'allarme è già ben visibile, come testimoniano le segnalazioni quotidiane dei nostri lettori. E siamo a ridosso delle feste di Natale quando la produzione di rifiuti in città tocca il picco annuale.

Cosa dobbiamo aspettarci per Santo Stefano? E soprattutto quali sono le responsabilità? «Nessun lo sa», risponderebbe il poeta. Il quadro è preoccupante e ricorda i drammi del passato targato Amia e finito in un fallimento e nelle aule dei tribunali. La Rap, risorta come l'araba fenice sulle ceneri della precedente azienda, ne ha raccolto la pesante eredità. Come l'Amia, vanta notevoli crediti nei confronti del Comune ma è perennemente a corto di liquidità: pochi giorni fa si è sparsa la notizia che mancavano i fondi per pagare tredicesime e stipendi di dicembre. Non c'è stato uno sciopero. Né un'assemblea o una protesta dichiarata dagli operai ma proprio in questo periodo hanno cominciato a formarsi le nuove cataste di spazzatura. Capita l'antifona, ieri pomeriggio il Comune ha annunciato di aver deliberato uno stanziamento straordinario: il bonifico con le tredicesime dovrebbe arrivare sui conti dei dipendenti già lunedì prossimo. Speriamo che tutto fili davvero liscio e che l'allarme rientri al più presto.

Ma noi verificheremo ogni giorno le prossime puntate di questa telenovela. Infatti, di fronte all'enorme problema della raccolta dei rifiuti a Palermo, non si può essere così semplicisti. In questi giorni assistiamo a una scaramuccia all'interno di una partita molto più vasta che va dall'oscuro futuro di Bellolampo (discarica perennemente ampliata vasca dopo vasca ma sempre insufficiente) al mancato decollo della differenziata (Palermo è tra i Comuni più indietro come percentuale della raccolta). Passando per i conti in rosso della Rap e finendo con la difficile gestione del suo organico. Un solo esempio: pensate che quasi la metà di camion e compattatori dell'azienda soffre di guasti che non vengono riparati perché i fornitori non hanno ancora ricevuto i pagamenti precedenti.

In sostanza: se lunedì la tredicesima arriverà sul conto degli operai sarà una buona notizia. Altrimenti rischiamo grosso. Da un lato, occorre sottolineare che si poteva anche prevedere la mancanza di liquidità della Rap in modo da non arrivare alla vigilia di Natale per approntare il bonifico. E inoltre per gli stipendi di dicembre è ormai certo che si dovrà attendere gennaio.

Dall'altro lato, è anche vero che i Comuni sono l'emblema della crisi economica di questi anni (basta guardare cosa sta succedendo a Catania). Un ritardo di pochi giorni nei pagamenti non giustifica un mugugno così generalizzato da portarci già a un passo dall'emergenza in clima prefestivo. Da parte degli operai della Rap ci attendiamo un gesto di responsabilità e la voglia di centrare un obiettivo: alla vigilia di Natale – in una città piena di turisti – offrire il volto migliore di Palermo.

Abbiamo scritto all'inizio che l'emergenza c'è, è sotto gli occhi di tutti, ma la colpa è difficile da trovare: è degli operai? della Rap? del Comune? di tutti quanti? «Che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa» scriveva Metastasio. Non vorremmo che - ancora una volta come l'araba fenice – Palermo fosse rinata dalle sue ceneri nel 2018, attingendo le vette dell'arte come Capitale della cultura, per poi morire nuovamente nel 2019. Dentro un cassonetto.

 

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