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Ferrandelli: «Impianti inagibili, a Palermo fare sport è impossibile»

Il Velodromo Paolo Borsellino di Palermo (foto di Alessandro Fucarini)

«A Palermo praticare sport è praticamente impossibile»: lo dichiara il candidato sindaco di Azione e +Europa Fabrizio Ferrandelli, secondo il quale «sono tante le strutture non agibili a partire dal Velodromo che, dopo anni di abbandono, finalmente, tornerà ad essere fruibile». E questo punto Ferrandelli sottolinea: «Anche grazie al mio lavoro. Qualcuno - aggiunge - sarà chiamato a rispondere alle autorità per gli errori commessi in fase di progettazione».

Ma non c’è solo il Velodromo nel mirino del candidato. «Ricordiamoci della piscina comunale che ogni 2 giorni viene chiusa per problemi alle pompe, alle caldaie o all’assenza dei dipendenti che sono assunti con contratti part time. Il Palazzetto dello sport - continua Ferrandelli - è chiuso da tantissimi anni e quasi nessuno si ricorda della sua esistenza. Come dimenticare inoltre il Diamante di baseball, inaugurato nel 1997 in occasione delle Universiadi e dei successivi Campionati Mondiali di Baseball del 1998. Per l’impianto, già ad otto mesi dall'inaugurazione, fu segnalata la necessità di alcuni importanti interventi manutentivi e per la mancanza degli stessi, dal 2014, non è stato più utilizzato. Anche il PalaOreto e il PalaMangano non stanno meglio».

Nonostante tutti questi disservizi, aggiunge il candidato, «ad inizio anno il Comune ha deciso di raddoppiare le somme che le società devono pagare per usufruire delle strutture. È una cosa inaudita anche a fronte di 0 servizi. Con noi - conclude Ferrandelli - queste cose non accadranno perché, in sinergia con le società e a fronte di uno sgravio delle quote di affitto, daremo in gestione una fetta di impianti e garantiremo loro dei servizi degni di essere chiamati così. Ma non solo, ci metteremo in contatto con il credito sportivo anche per far nascere nuovi impianti in città e terremo aperti gli spazi sportivi degli istituti scolastici adoperando i Puc. Una città che nega lo sport, nega la crescita dei propri figli».

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