PALERMO. Maurizio Zamparini al veleno. Il giorno dopo le sue dimissioni, il presidente rosanero punta il dito contro la tifoseria per non averlo supportato negli ultimi anni: “Ero stufo, molto stufo – dice al Corriere dello Sport - mia moglie e la mia famiglia più di me. Da tempo mi lamento di avere una certa età e devo pensare al futuro del calcio in una città che ho imparato ad amare. Al Palermo voglio bene e lo sto dimostrando con questa operazione. Forse è Palermo che non mi vuole più. Da Palermo non mi aspetto 'grazie' perché la città non è capace di dirlo. Mi faranno ponti d’oro quando andrò via e si renderanno conto che se non avessi trovato queste persone, il Palermo sarebbe scomparso”.
Zamparini non ama il calcio moderno: “Questo calcio mi ha deluso, non è più quello di sette o otto giornali che se ne occupavano, oggi è materia di insulti, di blog, di porcherie. Non lo sopporto. Non sopporto più questo mondo, troppa esasperazione non solo nel calcio ma anche in altre parti, modelli senza valori morali. Ed è brutto. Non mi va di farmi insultare ogni domenica, non è giusto, soprattutto alla mia età, e non intendo sopportarlo”.
Nessun identikit sugli investitori: “Davanti non c’è il nulla, ma amici che hanno chiesto il mio aiuto per raggiungere certi risultati. Gli americani fanno business, non regalano come regaliamo noi e puntano in alto, ai modelli inglesi. I nomi restano top secret, i dettagli li svelerò nella conferenza stampa. E’ gente esperta in finanza, meno nel calcio, sarò il loro consulente di riferimento”.
Zamparini poi al Giornale di Sicilia aggiunge: “Ho detto agli investitori che Palermo è una città meravigliosa, a cui voglio bene. Io mi trovo benissimo a Palermo, non bene. Imputo però alla città di non aver isolato una certa parte del tifo che danneggia l’immagine di tutti, mica la mia. Agli investitori non ho raccontato tutte queste cose, altrimenti non sarebbero mai arrivati”.
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