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Altofonte, il miracolo di Roberta Gandolfo: dalla sedia a rotelle alle vittorie nella danza sportiva

Ha 22 anni e una solarità che illumina e coinvolge tutti. Roberta Gandolfo di Altofonte è la dimostrazione concreta che i limiti si possono superare, che le passioni sono più forti di qualsiasi altra cosa. Roberta per anni ha vissuto su una sedia a rotelle per una tetra-paresi spastica, con tutti e quattro gli arti paralizzati, originata da un errore medico durante il parto. Quando pensava che avrebbe passato la sua vita da spettatrice per sempre, guardando i risultati e le soddisfazioni che gli altri raggiungevano, un incontro, dodici anni fa, ha cambiato totalmente la sua esistenza e il suo modo di approcciarsi ad essa, quello con l’insegnante Noemi Santoro della scuola di danza The Queen of dance.

Non aveva mai preso in considerazione l’idea di danzare. Su una sedia a rotelle del resto era impensabile. E invece è stata proprio la danza a darle il coraggio e la voglia di rimettersi in piedi. E così con i primi allenamenti e un’assidua terapia, Roberta comincia a fare sul serio. La preparazione è tale da cominciare a pensare alle gare. L’anno scorso a Rimini Roberta Gandolfo conquista il titolo di campionessa italiana di danza sportiva nella categoria U-dfm.

È la migliore tra i ballerini con disabilità fisico-motoria. La sua storia di amore per la vita e il suo esempio di forza e coraggio, sono racchiuse nel libro “Ti racconto una storia felice” scritto dalla stessa Roberta con la collaborazione di Martina Lanzetta. L’opera è stata presentata all’interno della sala consiliare di Altofonte. Il Comune ha preso a cuore la storia della ragazza e ha sponsorizzato il suo abito utilizzato nelle scorse settimane per partecipare al campionato regionale. «Sono una ragazza disabile per un errore medico durante il parto – dice Roberta -. Ho passato dieci anni della mia vita guardando il mondo da una sedia a rotelle, da chi sta sempre seduto senza potere dare sfogo alle proprie passioni. Poi nel 2010 ho incontrato Noemi e grazie a lei ho incominciato a vivere. La mia era una vita vuota che non volevo – continua Roberta –. Fortunatamente ho avuto sempre accanto a me due genitori grandiosi, che mi hanno sempre fatto vivere una vita normale. La disabilità è negli occhi di chi la guarda ed è solo una questione di percezione. La vita nonostante le nostre condizioni fisiche, si deve vivere e amare e bisogna cercare di sorridere sempre. A luglio parteciperò ai campionati italiani, poi farò gli europei e andrò ai mondiali. Per me, la mia famiglia e Noemi sarà una grande gioia».

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