Quante battaglie sono state vinte e quante sono andate perse, quante conquiste sono state ottenute e quanto lavoro c’è ancora da fare per assicurare la tutela dei diritti delle persone con disabilità e con minorazione della vista in particolare? A 130 anni dalla sua nascita l’istituto dei ciechi Florio-Salamone di Palermo e la numerosa comunità dei non vedenti festeggia questo importante anniversario e fa un bilancio.
Per questo anniversario l’istituto ha infatti organizzato una tre giorni con un ricco programma di eventi. Giovedì i festeggiamenti si sono aperti con un concerto presso il Real Teatro Santa Cecilia, della classe di canto jazz di Gaetano Riccobono e con la maestra Flora Faja & Student’s pure jazz Experience. Ieri un convegno all’hotel La Torre ha puntato l’attenzione sul ruolo degli istituti oggi in materia di istruzione, formazione e riabilitazione dei non vedenti, ipovedenti, pluridisabili in Italia e in Europa e si è tenuta la presentazione del libro “Da filantropia a progetto sociale” che ripercorre la storia dell’istituto dei ciechi. Nel pomeriggio il concerto di organo, orchestra, coro e pianoforte presso la sala concerti Morvillo dell’istituto.
Oggi nella giornata ufficiale di anniversario, era infatti il 27 maggio 1983 quando l’istituto veniva inaugurato alla presenza del fondatore e di altre personalità, si è tenuta la cerimonia ufficiale alla presenza delle più alte autorità e dell’arcivescovo della città, Corrado Lorefice che ha celebrato la messa all’interno della cappella dell’istiuto.
“Abbiamo voluto celebrare questi 130 anni per ritrovare lo spirito dei fondatori che hanno superato tante difficoltà – spiega il presidente dell’istituto dei ciechi Florio-Salamone, Tommaso Di Gesaro -. Adesso possiamo dire che l’istituto è in una nuova fase di rilancio. Stiamo cercando di potenziare le attività tradizionali nel campo dell’istruzione, della formazione, dell’assistenza e da qualche anno stiamo lavorando, insieme all’azienda sanitaria provinciale, nel campo della riabilitazione delle persone con pluridisabilità. La vittoria più grande è vedere l’istituto di nuovo pieno di ragazzi ma anche di adulti e anziani che, ciascuno per bisogni diversi, si serve dei vari servizi dell’istituto. La battagli invece che dobbiamo combattere è quella di riportare l’istituto nell’area dell’istruzione non escludendo anche la possibilità di aprire scuole parificate, non tanto dell’obbligo perché per fortuna i ragazzi sono perfettamente integrati nella scuola pubblica, ma sopratutto nel campo dell’istruzione professionale, facendo un accordo possibilmente con un istituto tecnico commerciale ad indirizzo informatico al quale chiedere una sezione specializzata dove dopo 3 anni è possibile dare ai nostri ragazzi un diploma spendibile”.
La neo presidente regionale dell’Uici, Francesca Oliveri sottolinea: “130 anni di storia di questo prestigioso istituto sono sicuramente importanti. Sono stati fatti tanti passi avanti rispetto al progresso dei disabili sensoriali però tanta strada ancora c’è da fare e l’Unione dei ciechi, insieme all’istituto, combatterà sempre finché a tutti venga garantita la cittadinanza. Tante barriere sensoriali sono state superate ma la piena integrazione e inclusione è ancora lontana”. Tra le collaborazioni dell’istituto dei ciechi, anche quella con il conservatorio Alessandro Scarlatti. “I rapporti di collaborazione tra il conservatorio e l’istituto dei ciechi si stanno incrementando – dice infatti il direttore Daniele Ficola -. Stiamo ultimando un progetto di utilizzo da parte del conservatorio dell’ex istituto dei sordomuti, di proprietà dell’istituto dei ciechi. Speriamo di potere ampliare i nostri spazi che sono assai ristretti e creare un polo didattico, anche riferito ai giovani con minorazione visiva”.
Nel video Tommaso Di Gesaro, presidente istituto dei ciechi – Francesca Oliveri, presidente regionale Uici, Daniele Ficola direttore Conservatorio Alessandro Scarlatti
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