La storia di Elena Tarasova, profuga ucraina, è stata uno dei momenti più emozionanti dell'incontro sul ruolo della donna nei processi di pace che oggi al Rouge et Noir di Palermo ha coinvolto studenti, insegnanti, associazioni. «Sono arrivata in Italia un anno fa insieme a mio figlio Maxim di 15 anni. Abbiamo atteso un mese prima di lasciare l'Ucraina perchè speravamo che la guerra finisse – racconta Elena in questo video - e invece poi abbiamo visto che continuavano e molte persone venivano catturate. Allora abbiamo deciso di scappare. L'ho fatto sopratutto per salvare mio figlio».
«Donna è pace», è stata organizzata da Cgil e Anpi, un'iniziativa che ha permesso agli studenti di confrontarsi sul ruolo delle donne in tema di pace e sui limiti legati all’assenza o alla limitata presenza femminile nei tavoli decisionali, quelli in cui esercitare un ruolo positivo e favorire le relazioni tra i popoli. «I ragazzi sono stati coinvolti nel progetto “Donne raccontano le donne”– spiega Gabriella Messina, segretaria Cgil Sicilia - che racconta la figura della donna nella storia per i processi di pace. È la costruzione di un percorso, dalla donna partigiana ad una donna artigiana che plasma la materia».
Vania Bagni, componente del Comitato nazionale Anpi sottolinea «il reciproco scambio di pensieri, di opinioni e anche di valutazioni sul presente e di costruzione del futuro». Come spiega la docente dell'istituto Cascino di Palermo, Patrizia D’Urso, “il progetto ha permesso di avvicinare i giovani studenti alla lettura”. Le due tavole rotonde in programma sono state moderate dalla giornalista Marina Turco. Una sul tema “Donne: Partigiane e costruttrici di pace” con Laura Di Martino, Daniela Dioguardi e Maria Concetta Balistreri. L'altra, “Donne: artigiane di pace” con gli interventi di Adriano Rizza, Mimma Argurio, Eliana Romano.
Nel video Gabriella Messina, segretaria Cgil Sicilia - Vania Bagni, componente Comitato nazionale Anpi - Patrizia D’Urso, docente istituto Cascino - Elena Tarasova, profuga ucraina
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