Una straordinaria designer made in Palermo: Max Albegiani intervista Benedetta Passalacqua, anima di «Benedetta Laboratorio Moda». Gli studi nel capoluogo, progetti e linee pret-a-porter da giovanissima, collezioni vendute a Roma, Milano, Palermo, Cefalù. Una carriera costruita tassello dopo tassello. Benedetta ha colto la grande opportunità di lavorare in uno dei migliori atelier di moda sposa di Palermo, rafforzando le proprie conoscenze tecniche sartoriali.
Ha avuto un percorso di successo. Ha avuto difficoltà, da donna, nel raggiungere i risultati poi ottenuti?
«Quando ho avviato la mia attività, oltre ad essere una donna, ero anche giovane. Credo che questa sia stata la difficoltà maggiore. Ma essere donna nel mio settore non è mai stato un punto di svantaggio e con tanta dedizione e caparbietà sono riuscita a raggiungere i miei obiettivi».
Ci sono episodi professionali simpatici in cui l’attestato di stima è arrivato quando meno se lo aspettava?
«La gratificazione che ricordo con più affetto è quando, a soli 23 anni, mi hanno proposto di insegnare nella stessa scuola di moda dove mi sono diplomata. I professori e gli assistenti scolastici mi presentavano agli allievi come un successo condiviso ed un esempio. Questo mi ha fatto sorridere ed emozionare allo stesso tempo. Mi diverte pensare a come in pochissimo tempo mi sia trovata a passare da dietro i banchi di scuola alla cattedra».
La carriera comporta sacrifici e rinunce. Qualcosa che non rifarebbe?
«Mi reputo una lavoratrice instancabile. Per me il sacrificio sarebbe stato rimanere “con le mani in mano” . Ammetto che il mio percorso lavorativo abbia comportato tante rinunce al tempo da dedicare a me stessa e ai miei cari. Ma è solo grazie a questo che oggi sento di avere realizzato i miei sogni. Non c’è nulla che non rifarei».
La famiglia. Come sono stati affrontati i periodi lavorativi più complessi?
«Prima i miei genitori ed ora mio marito sono sempre stati un grande sostegno per me. La loro fiducia nelle mie capacità mi ha fatto affrontare serenamente anche i periodi di maggiore pressione che inevitabilmente ogni imprenditore trova nel proprio cammino. La comprensione e la stima non mi sono mancate. Anche se mio marito si occupa di altro, mi ha sempre sostenuta ed incoraggiata. Poi basta sapersi organizzare e tutto funziona».
Quanto pensa sia importante la sua famiglia nella sua vita e nel suo percorso professionale?
«La famiglia è al centro della mia vita. Da anni non ho più i miei genitori, che più di tutti sono stati il volano di sostegno e di crescita della mia ambizione professionale. Da quando ho incontrato mio marito, lui non ha mai smesso di sostenermi. Anche se non lavoriamo insieme, condividiamo costantemente soddisfazioni e preoccupazioni. Anche grazie a lui l’atelier “Benedetta Laboratorio Moda” esiste. La famiglia per me è fondamentale».
Oggi lei riveste un ruolo prestigioso. Un’altra importante sfida…
«Ammetto che molto ingenuamente non pensavo che il mio ruolo potesse comportare la sfida quotidiana di crescere sempre di più come professionista e donna imprenditrice. È indubbiamente molto faticoso mantenere alta l’asticella ma anche altamente stimolante, mi diverto a pormi degli obiettivi da raggiungere, ed allo stesso tempo cerco di non farmi sovrastare dalla pressione che la gestione di un’attività comporta. Così, passo dopo passo, nel quotidiano la sfida si vince».
Il settore della moda è caratterizzato da tendenze e cambiamenti. Da designer quali saranno le prossime sfide?
«Accontentare un pubblico sempre più attento al rispetto dell’ambiente ed alla sostenibilità, che inizia a scegliere la qualità alla quantità. Questo per noi stilisti è stimolante e positivo. La tendenza oggi, inoltre, richiede inclusività per le plus- size. Un designer deve tenere in considerazione questo aspetto oggi più che mai. Viviamo un periodo di apparente stallo creativo che secondo me è alla base di una rivoluzione della moda nel concetto più stretto del termine. Il mercato ha bisogno di innovazione nel concetto ma anche nella modalità di moda. Guardo al futuro con convinzione che questo settore abbia ancora tanto da dire, perché personalmente vedo la moda come un modo per esprimersi e riconoscersi e le nuove generazioni ne hanno bisogno».
Cosa la gratifica nel quotidiano?
«Senza dubbio, la felicità negli occhi delle mie clienti quando indossano l’abito che ho pensato e creato per loro. I loro sorrisi, la loro riconoscenza come se in quel momento avessi consentito loro di vivere il sogno di indossare un capo unico e straordinario. Non posso spiegare a parole quanto questo mi gratifichi, come professionista ma anche come persona. Cosa c’è di più bello che vedere qualcuno stare bene anche grazie a te?».
Ritiene che fare carriera oggi sia più facile di qualche anno fa?
«Sì, penso sia più facile in generale oggi rispetto a qualche anno fa per una donna fare carriera, ma ritengo che, nello specifico, dipenda dal settore e dal contesto lavorativo. Purtroppo, sono convinta che il percorso lavorativo femminile oggi sia più in salita rispetto a quello degli uomini».
Il privato. Quali le sue passioni?
«Amo fare trekking in montagna con mio marito ed il nostro cane. Stare in mezzo alla natura mi aiuta a distendere la mente e a ricaricarmi. Mi piace molto leggere e sul mio comodino non manca mai un buon libro. Ho una passione per il giardinaggio, che mi rilassa, e adoro il cinema di buona qualità».
Quanto dedica al tempo libero?
«Meno di quanto dovrei e vorrei. Riesco a dedicare come intera giornata libera solo la domenica che ritengo sacra, per il resto della settimana cerco di approfittare dei ritagli di tempo».
Un consiglio alle giovani che vogliono fare carriera nella moda...
«Studiate molto, ma non trascurate il lato manuale di questo mondo, che non è solo estetica ma anche e soprattutto tecnica. È necessario studiare e viaggiare per acquisire conoscenza ed aprire la mente, ma ritengo altresì fondamentale mettersi in gioco con la buona vecchia gavetta all’interno di atelier o sartorie per conoscere fino in fondo tutti i passaggi produttivi del favoloso mondo della moda. E soprattutto non arrendetevi mai, credete in voi stesse e nel vostro sogno!».
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