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Sabrina Di Gesaro: grandi idee e l'arte diventa un evento

È cresciuta respirando arte fin da bambina e grazie al suo entusiasmo ha rinnovato la galleria di famiglia aprendo il 19 ottobre del 2018 una seconda sede dedicata all’arte contemporanea, con particolare attenzione agli artisti emergenti che si affacciano sul mercato internazionale. Sabrina Di Gesaro direttore artistico del «Centro d'arte Raffaello», è un simbolo dell’arte a Palermo. E non solo. Organizzare eventi artistici è il suo tratto distintivo. Ama le commistioni fra le arti e soprattutto apprezza e valorizza i talenti femminili.

Ha avuto un percorso di successo nell'ambito del settore artistico. Ha avuto difficoltà, da donna, nel raggiungere i risultati che poi lei ha ottenuto?

«Successo è un termine impegnativo. La ringrazio per l’apprezzamento ma il mio percorso lo considero in fieri. Ho avuto un’ottima scuola, quella di mio padre, che considero una fortuna, io ho messo il mio ma più percorro la mia strada più mi rendo conto di quanto ci sia ancora tanto da fare e di quanta voglia abbia di costruire. Le difficoltà che ho incontrato sono quelle di ogni carriera costruita con impegno e dedizione. 
Da donna il percorso è reso più tortuoso dal tentativo di incastrare i molteplici tasselli che compongono la vita ma, con tanta determinazione, ritengo che si possa costruire una prospettiva solida».

Episodi professionali simpatici in cui l'attestato di stima è arrivato quando meno se lo aspettava?

«Ho considerato un grande attestato di stima una piacevole sorpresa, quando di notte ho ricevuto la notifica del mio e-commerce perché un collezionista di Shanghai ha acquistato un’opera che non aveva rintracciato in nessun’altra parte. L’ho vissuta come la conferma che l’impegno profuso nella creazione di un e-commerce e la relativa gestione quotidiana avevano raggiunto l’obiettivo prefisso: conquistare una visibilità internazionale, raggiungere mercati lontani. Una visione lungimirante concretizzata con gioia. La mia azienda era arrivata oltre l’Europa: la strada giusta da percorrere verso un processo di digitalizzazione a cui non possiamo più sottrarci. Sebbene il mondo dell’arte rappresenti ancora un ambito di nicchia nello sconfinato scenario del web, cogliere i risultati di queste scelte innovative mi ha confermato che la direzione è quella giusta».

La carriera ha comportato sacrifici e rinunce. C'è qualcosa che non rifarebbe?

«Nulla! Rifarei tutto, non rinnego nulla, errori compresi».

Parliamo della famiglia. Come sono stati affrontati i periodi più complessi dal punto di vista lavorativo?

«Ho avuto il privilegio di contare sul sostegno della mia famiglia e questo è un valore aggiunto che dà forza nell’affrontare le difficoltà. La mia azienda familiare mi ha permesso di dedicarmi ai miei figli quando ho dato loro la priorità, e di rientrare a lavoro nel momento in cui ne ho sentito il richiamo».

Quanto pensa sia importante la sua famiglia nella sua vita e nel suo percorso professionale?

«La mia famiglia, i miei figli, sono tutto per me, imprescindibile fondamento di ogni mia scelta. Nella scala delle mie priorità sono sempre stati al primo posto».

Oggi lei è direttore artistico del «Centro d'arte Raffaello», un'altra importante sfida...

«Sono cresciuta in galleria e percorrendo le orme paterne ma il mio lavoro è cambiato in modo vorticoso nel corso degli ultimi anni. Ho seguito le tendenze del mercato ma ho anche assecondato la mia indole forgiando l’attività con un’impronta molto personale. Questo sviluppo graduale mi ha portato ad amarla profondamente: ho il privilegio di lavorare con entusiasmo e passione. Due sedi fisiche a Palermo, un’attività online www.raffaellogalleria.com, una collana di cataloghi, “Raffaello Contemporary Art”, la partecipazione a fiere e concorsi in qualità di giurata, un groviglio di impegni catalizzano le mie energie ma ne sono felice. È una sfida al rinnovamento e all’innovazione quella che conduco ogni giorno per rimanere al passo con i tempi, per rintracciare le proposte più interessanti che si affacciano sul panorama internazionale, selezionare i talenti emergenti. Per questo ho costruito un team giovane e internazionale che mi affianca ogni giorno contribuendo alla crescita dell’azienda. Io non sono un’accentratrice ma credo nel lavoro di squadra e il nostro è un confronto dialogico quotidiano. La mia sfida è quella di coniugare la tradizione, che ho il privilegio di ereditare, all’innovazione. Una sintesi tra linguaggio moderno e contemporaneo che oggi forse costituisce il segreto della mia attività».

Il suo impegno è legato ai grandi nomi dell'arte...

«Un onere ricco di stimoli, un tentativo di rimanere sempre all’altezza rispetto a risultati raggiunti nel passato. Mostre dedicate a Joan Mirò, Pablo Picasso e Renato Guttuso sono i fiori all’occhiello della mia attività: oggi guardo avanti rimanendo fedele al solco tracciato. Su questa scia si colloca l’appuntamento del 13 maggio prossimo: una mostra dedicata a due giganti del secolo scorso quali Antonio Ligabue e Carlo Carrà».

Le piace essere definita più imprenditrice dell'arte o appassionata d'arte? Perché?

«Forse imprenditrice descrive in modo più appropriato la propensione all’impegno, al rischio, all’intuito di cui necessita la mia attività per la quale la passione è certamente l’ingrediente fondamentale, ma non basterebbe da sola. Fonte di interesse e appagamento, vivere di arte oltrepassa la passione imprescindibile e presuppone una dedizione e una volontà che la rendono una sfida».

Ritiene che fare carriera oggi per una donna sia più semplice di qualche anno fa?

«Il ruolo della donna nel mondo dell’arte si sta sempre più smarcando da soggetto ispiratore della creatività maschile per diventare esso stesso parte attiva. Qualunque sia il ruolo, la donna oggi occupa certamente posizioni prima precluse, si è ritagliata maggiori spazi ma una vera emancipazione è ancora da raggiungere. Le donne che gravitano nel mondo dell’arte costituiscono ancora una parte marginale. L’ho percepito in un contesto internazionale con me la fiera di Padova dove solo un esiguo numero di galleristi era costituito da donne».

Cosa la gratifica di più nel suo impegno quotidiano? Qual è il più grande privilegio del suo lavoro?

«Vivere di emozioni, respirare sentimenti, confrontarmi quotidianamente con la sfera più intima e privata degli artisti. L’arte trasmette emozioni, parla al cuore, veicola vibrazioni. La soddisfazione più grande è sentire che quello che faccio arriva dritto al cuore delle persone».

Parliamo del privato. Quali le sue passioni?

«Moda, viaggi, musica. Tutto ciò tutto ciò che riesce a donarmi relax e benessere».

Quanto riesce a dedicare al tempo libero?

«Poco, solo la domenica riesco a ritagliarmi qualche ora che dedico a me stessa e i miei figli, a ciò che amo fare. Il vero lusso oggi è il tempo».

Cosa farebbe domani che non ha potuto fare... ieri?
«Farei subito le valigie e partirei per un lungo viaggio verso mete lontane, calde d’inverno: il mio sogno è una vacanza al sole… priva di connessione Internet».

Infine, un consiglio alle giovani donne che vogliono fare carriera nel suo settore...

«Consiglierei semplicemente di amare la strada che stanno per intraprendere. Viverla con passione e, soprattutto, con tanta umiltà. Partire dalle basi, imparare, ascoltare e curiosare. 
Alle giovani donne che si affacciano oggi ho dato spazio concreto nella mia galleria, accogliendole come stagiste o tirocinanti. Amo confrontarmi con i giovani, mi piace apprendere da loro e donare la mia esperienza».

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