In un settore tradizionalmente maschile, una donna si è ricavata un ruolo prestigioso grazie a competenza e professionalità. Parliamo di Nadia Lo Bosco, amministratore unico di Mondo Auto Srl, il concessionario che da oltre 30 anni ha acquisito il marchio coreano Hyundai per Palermo e provincia. Nata a Voghera, figlia maggiore di Vincenzo Lo Bosco, unica donna tra 5 figli. Subito dopo il diploma, dopo una breve esperienza in America, decide di entrare nel mondo del lavoro nell’azienda di famiglia dove ha fatto una lunga gavetta che le ha permesso di conoscere l’azienda in tutte le sue sfaccettature, dalla logistica all’amministrazione e finanza, passando per il commerciale. Dal 1998 è amministratore Unico di Mondo Auto Srl. Nel 2020 è entrata a far parte dell’associazione «Donnattiva», un’associazione culturale e multimediale per la valorizzazione ed il sostegno della donna. Dal 2021 è socia volontaria dell’associazione «Imprenditore non sei solo-Inss», un gruppo di imprenditori e professionisti consolidati che aiutano volontariamente i colleghi in difficoltà, offrendo loro formazione e consulenza a titolo gratuito. Dal 2022 fa parte del consiglio direttivo Consiglio Direttivo Terziario Donna – ConfCommercio.
Ha avuto un percorso di successo nell'ambito del settore auto. Ha avuto difficoltà, da donna, nel raggiungere i risultati che poi lei ha ottenuto?
«Ritengo che l’unica difficoltà che noi donne abbiamo è quella di pensare di avere delle difficoltà … e di porre a noi stesse dei limiti. Io, unica donna di 5 figli, ricordo quando entrai in azienda ed iniziai con ruoli operativi, officina, magazzino, vendita ed amministrazione e finanza. Per me, oggi amministratore unico della società, non esiste un lavoro umile e uno importante, tutti gli elementi di una squadra sono essenziali per costruire un progetto vincente. Così come non esiste per me altra scelta di selezione del personale se non quella che riguarda l’individuo che ho davanti, con la sua personalità, le sue capacità i suoi sogni e le ambizioni. Ciò che ho trovato più impegnativo, nel mio percorso, è stato cercare di incastrare gli impegni personali e familiari con il lavoro».
Ci sono degli episodi professionali simpatici in cui l'attestato di stima è arrivato quando meno se lo aspettava?
«Il più importante e significativo è arrivato da mio padre, fondatore dell’azienda e mio idolo, che proprio prima di morire manifestò la sua stima per me e per le mie capacità. Da lui non me l’aspettavo perché per carattere non mi aveva mai detto ciò che pensava di positivo su di me, non dimenticherò mai quel giorno perché fu il giorno prima di morire, quasi se lo sentisse che aveva poco tempo … Porterò sempre con me quelle sue parole».
La carriera ha comportato sacrifici e rinunce. C'è qualcosa che non rifarebbe?
«Rifarei esattamente le stesse cose».
Parliamo della famiglia. Come sono stati affrontati i periodi più complessi dal punto di vista lavorativo?
«I periodi più complessi sono stati quelli della gestione dei figli, specialmente quando insorgono periodi in cui ci sono problematiche di salute: quelli sono i momenti in cui entrambi i genitori “vanno nel pallone”, però la mamma è la mamma e lei deve essere presente per dare aiuto e conforto. Inoltre, nel mio caso, sono stata presente in entrambi i ruoli (padre/madre) e quindi la cosa è stata quadruplicata».
Quanto pensa sia importante la sua famiglia nella sua vita e nel suo percorso professionale?
«Fondamentali. La mia famiglia e i miei figli hanno influito molto sulle mie scelte. Loro sono la linfa vitale delle mie giornate e sono insieme spunto a fare sempre del mio meglio, a concepire nuove idee ogni giorno, a reinventare insieme un mondo che sia all’altezza di sogni e ambizioni».
Oggi lei riveste un ruolo prestigioso. È un'altra importante sfida...
«La sfida più importante è in primis con me stessa, la mia voglia di crescere e di essere sempre un buon esempio per i miei figli e di stimolarli a fare della loro vita, una vita di valori, di impegno e di grandi sogni e risultati. Anche i miei collaboratori, ritengo che sia essenziale il benessere di chi ogni giorno collabora con me. La fiducia e l’ammirazione penso sia un elemento magico, la fiducia produce valore, il valore produce energia e risultati. Ho intenzione anche di pensare ai giovani: mio padre è stato un grande esempio di come creare una azienda da milioni di euro da solo, con sacrificio e grandi capacità, per questo vorrei istituire una borsa di studio per i migliori talenti intitolata a Vincenzo Lo Bosco. Questa generazione di giovani va aiutata tantissimo: c’è ancora una tendenza diffusa ad abbandonare Palermo e la Sicilia, perché non rappresenta una terra dalle molte opportunità. Non tutti hanno le possibilità economiche, così come non tutti trovano subito la propria strada e vocazione. Pensando proprio a queste situazioni uno dei miei prossimi obiettivi sarà proprio creare un percorso di formazione per mettere a frutto il loro talento, passando da un percorso di consapevolezza e di empowerment».
Il settore auto è estremamente versatile e, allo stesso tempo, complesso. Dal green all'elettrico, quali le prossime sfide?
«Si è passati dalle auto euro zero di 10 anni fa alle euro 5, alle mild hydrid, alle full hybrid plug in, all’elettrico ... Il futuro? Molto probabilmente l’idrogeno. Hyundai il marchio che rappresentiamo, è stata tra le prime a investire sulle auto ad idrogeno con la Hyundai Nexo. Inoltre è stata recentemente sviluppata la concept car N Vision 74, il primo veicolo ibrido ad alte prestazioni a idrogeno al mondo e già vincitore del premio Quattroruote».
Cosa la gratifica di più nel suo impegno quotidiano?
«Vedere concretizzate le mie idee e ciò in cui credo. Veder crescere i miei collaboratori, vedere la loro soddisfazione e il loro sorriso quando riescono ad ottenere i risultati. Vedere i miei figli e i miei affetti più cari, felici. Riuscire ad aiutare colleghi imprenditori in difficoltà o che hanno perso la loro motivazione e l’entusiasmo tramite l’associazione «Inss, Imprenditore non sei solo» della quale faccio parte come volontaria».
Ritiene che fare carriera oggi per una donna sia più semplice di qualche anno fa?
«Il settore Automotive è stato da sempre prettamente maschile, tuttavia sempre più donne si stanno avvicinando a questo mondo e con grandi risultati. La possibilità di “fare carriera” dipende sempre dalla tempra e dalla passioni individuali che non hanno genere perchè poi prevalgono l’indole e la competenza».
Parliamo del privato. Quali le sue passioni?
«Amo viaggiare, perché mi consente di confrontarmi con realtà geograficamente e culturalmente diverse dalla mia per trarne spunti di confronto e miglioramento da portare all’interno della mia vita e della mia realtà. Amo tutto ciò che è bello: arte, musica, letteratura tutto ciò che nutre l’anima».
Quanto riesce a dedicare al tempo libero?
«Sono molto attenta alla gestione del mio tempo e riesco a ritagliare tempo di qualità da dedicare a me stessa praticamente ogni giorno. Poco, ma riesco».
Cosa farebbe domani che non ha potuto fare... ieri?
«Svilupperei (svilupperò!) una nuova attività imprenditoriale».
Infine, un consiglio alle giovani donne che vogliono fare carriera nel suo settore.
«Per essere vincenti non serve appellarsi a modelli maschili, in quanto donne abbiamo già nel nostro corredo genetico tutto ciò che serve. In particolare, abbiamo la capacità di mettere il cuore in tutto ciò che facciamo. Questo fa la differenza. Ovunque».
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